L’assurda scoperta del Cern: “Le nuvole nascono dalle piante” Come cambia la considerazione sul climate change?

Il Progetto Cloud del Cern racconta come esistono molti composti di origine naturale che garantiscono la formazione delle nuvole e questi composti si ritrovano nelle piante.
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Mattia Giangaspero 28 Settembre 2023

Quando parliamo di cambiamento climatico con orizzonti al 2050 o al 2100 non raccontiamo mai certezze, non diamo verità sul futuro, ma ci basiamo su previsioni. Previsioni che non vengono fatte da noi, ma da ricercatori, studiosi, scienziati, centri di ricerca e di sviluppo di nuove tecnologie dedicate proprio al climate change. Queste previsioni però non tengono conto di tutti i fattori che la natura mette sul piatto giorno dopo giorno. Ci sono ancora molti processi che non si conoscono in natura e anche in questo cosa a dichiararlo non siamo noi, ma il Cern, che però un nuovo fattore è stato anche in grado di scoprirlo.

I ricercatori del progetto Cloud (Cosmics Leaving Outdoor Droplets) al Cern hanno scoperto che diverse molecole prodotte dalle piante sono fondamentali nella formazioni delle nuvole, la cui maggiore o minore presenza è in grado di influenzare le temperature della superficie terrestre.

La scoperta

Fino a oggi si pensava che la formazione delle nuvole avveniva grazie ai nuclei di condensazione, ovvero  strutture molecolare sia solide sia liquide che  garantivano la formazione delle "goccioline" (a loro volta formate dal vapore acqueo), composti delle nuvole.

La parte gassosa di origine antropica che più partecipa a questo processo è l'anidride solforosa, prodotta dalla combustione di carbone e petrolio. Anidride solforosa che garantisce un'elevata condensazione delle nuvole. Secondo il progetto Cloud del Cern invece potrebbe non essere del tutto così.  Infatti i ricercatori di questo progetto lavorano per misurare l'impatto dei vari gas sulla formazione delle nuvole e hanno scoperto che esistono anche molti composti naturali e non solo di origine antropica che garantiscono in egual modo la formazione delle stesse nuvole. Questi composti sono in particolare isopreni, monoterpeni e sesquiterpeni, ossia idrocarburi prodotti dalle piante (gli stessi degli oli essenziali).

Ora perchè ti sto raccontando questa ricerca? Cosa c'entra con il cambiamento climatico? 

Torniamo al discorso iniziale delle previsioni. Questo fattore che indica come le piante possano generare la formazione delle nuvole in modo naturale non è mai stato preso in considerazione nell'analisi del climate change e quindi, se dovesse verificarsi questo sempre di più in futuro, per la riforestazione urbana ma anche semplicemente per lo stress che, proprio il cambiamento climatico induce nelle piante, le previsioni sul clima 2050 o 2100 migliorerebbero.

Infatti questa scoperta, secondo gli scienziati, ha un valore importante nel ricalibrare i modelli previsionali del cambiamento climatico: variazioni nella nuvolosità dei nostri cieli, d'altra parte, cambierebbero la capacità di riflettere la radiazione solare, e si modificherebbero le temperature.