Le bottiglie di plastica? Non spariranno con la direttiva Sup. Intanto, Greenpeace lancia una raccolta firme per bandirle

Per questa tipologia di prodotto monouso l’Unione Europea punta soprattutto sul riciclo, ponendo obiettivi di raccolta differenziata più stringenti. Greenpeace però è di un altro avviso: “Le alternative esistono. Se vogliamo tutelare l’ambiente, occorre convincere le aziende a ridurre drasticamente l’uso di bottiglie usa e getta in plastica”.
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Federico Turrisi 23 Giugno 2021

Come saprai, entro il 3 luglio entrerà in vigore la direttiva europea 2019/904, la famosa direttiva Sup (Single Use Plastics), di cui qui su Ohga ci stiamo occupando molto ultimamente. O meglio, entro il 3 luglio i Paesi membri dell'Ue, inclusa l'Italia, dovranno recepirla. Probabilmente ti starai chiedendo se tra i prodotti monouso colpiti dalla direttiva ci siano anche le bottiglie di plastica.

Ebbene, diciamo subito che la risposta è no. Nel testo della direttiva viene detto espressamente che le bottiglie per bevande sono tra i rifiuti marini più frequentemente rinvenuti sulle spiagge nell’Unione, ma a questa tipologia di prodotto non vengono applicate particolari restrizioni sull'immissione in commercio. Si stabilisce invece la necessità di promuovere sistemi di raccolta differenziata più efficaci.

In sostanza, vengono fissati obiettivi di raccolta e riciclo più restrittivi per le bottiglie rispetto ad altri imballaggi in plastica. Nel dettaglio, i Paesi membri dovranno raccogliere il 90% di quanto immesso al consumo entro il 2029 (il 77% entro il 2025), mentre a partire dal 2025, le bottiglie in Pet dovranno contenere un minimo del 25% di materiale riciclato, percentuale che salirà al 30% nel 2030. Ricordiamoci che proprio da quest'anno in Italia è possibile produrre bottiglie in Pet con il 100% di materiale riciclato (in precedenza il limite normativo era fissato al 50%). Attenzione però a non perdere di vista l'obiettivo ultimo della direttiva europea, che è quello di favorire una reale transizione verso un modello di economia circolare, riducendo a monte la quantità di rifiuti generati. La via maestra – non ci stancheremo mai di ripeterlo – è optare per alternative riutilizzabili, come bottiglie in vetro e borracce.

Nel frattempo, Greenpeace ha lanciato una raccolta firme per dire basta alle bottiglie in plastica che minacciano gli ecosistemi marini. I dati riportati dall'organizzazione ambientalista sul consumo di bottiglie monouso per l’acqua minerale e le bevande in Italia sono impressionanti: 11 miliardi all'anno. Non dimentichiamoci che il nostro Paese è il terzo al mondo per consumo di acqua in bottiglia, dopo Messico e Thailandia. La petizione è rivolta dunque ad alcune delle principali aziende del settore beverage: "Le alternative alle bottiglie di plastica esistono, ma le aziende non vogliono usarle. Convinciamole a cambiare".