Le corse degli asini: forse non le conosci, ma gli animalisti le contestano da anni

Esattamente come avviene per i cavalli, nelle gare degli asini vince chi arriva primo. Ma il divertimento del pubblico sarebbe guardare gli sforzi che il fantino deve fare per convincere l’animale a tagliare il traguardo. Non sarà invece il caso di capire se quelle sono proteste reali e legittime?
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Giulia Dallagiovanna 13 Febbraio 2019

È impossibile che tu non abbia mai sentito parlare del Palio di Siena. Meno probabile, invece, che tu conosca le altre manifestazioni simili in giro per l'Italia, come quello di Asti, in Piemonte, o il Palio dell'Assunta a Fermo, nelle Marche. Ma scommetto che difficilmente saprai che esiste un altro tipo corse di equidi, quelle degli asini.

Secondo chi le organizza, e secondo i numerosi sostenitori, le gare con i somari rispetterebbero tutti i diritti degli animali e, anzi, a doversi preoccupare sarebbero più che altro i fantini. In effetti, non vedrai scene di asinelli azzoppati e magari uccisi sul posto per evitare loro una lenta agonia. Le associazioni animaliste, però, invitano a guardare questi eventi in modo meno superficiale: qualcuno ha mai chiesto al partecipante a quattro zampe se avesse voglia di correre? E il terreno scelto, solitamente l'asfalto delle strade del paese, è quello adatto?

Per rispondere a tutte queste domande abbiamo chiesto a Nadia Zurlo, Rappresentante dell'Area Equidi della Lav (Lega anti-vivisezione) e a uno degli organizzatori del palio di Martinengo di spiegarci come vengono trattati gli animali prima, durante e dopo le gare.

Innanzitutto, però, vediamo di capire bene: cosa sono le corse degli asini?

Il palio degli asini

In generale, e non serve nemmeno spiegarlo, una corsa con gli asini viene organizzata nella piazza di un borgo o di una cittadina, dove si delimita un tracciato circolare, all'interno del quale gareggiano i partecipanti. Vince chi arriva primo.

In realtà, sembra che in molti casi non interessi troppo al pubblico chi salirà sul gradino più alto del podio. Il vero divertimento consiste nell'osservare il fantino cercare di convincere l'animale a non fermarsi, o a non cambiare strada, nel bel mezzo della gara.

Sembra infatti che in alcuni casi, come a Mercatello del Metauro, nelle Marche, un concorrente abbia deciso che non fosse per nulla interessato a lottare per la vittoria e preferisse invece cercare un po' di frescura in un negozio.

Non tutte le gare hanno il fantino

C'è chi corre sopra l'asino e chi, invece, da parte. A Curtatone, in provincia di Mantova, la gara è svolta interamente su un prato e senza fantino. Non che l'essere umano faccia solo da spettatore, ma assume il ruolo di "trascinatore": prende l'animale per le redini e lo convince a completare il percorso vicino a lui.

Il trascinatore, a differenza del fantino, corre accanto all'asino

L'idea viene forse dalla manifestazione chi si tiene in Colorado, dove uomini e asini corrono uno di fianco all'altro. Nata per evitare lo spopolamento delle antiche città minerarie, ad oggi è considerata la gara più antica degli Stati Uniti, dopo la maratona di Boston.

Le corse degli asini in Italia

Da nord a sud della nostra Penisola, sono tantissimi i borghi o le cittadine che organizzano il proprio palio. Alcune gare sono molto antiche, addirittura medievali, altre invece non hanno ancora compiuto un secolo.

Ad Alba, per esempio, è stata rispolverata una tradizione che risale addirittura al 1200 e sembra che all'origine ci fosse la storica rivalità con la vicina Asti. Negli anni '60 la famosa fiera del tartufo sembrava portasse più costi che guadagni, così Paolo Farinetti, il padre del fondatore di Eataly Oscar Farinetti, ha fatto ripartire la corsa degli asini.

A Martinengo, invece, in provincia di Bergamo, il palio si tiene da meno di 60 anni. Attorno ad esso è nata un'associazione, il Gruppo folkloristico Bartolomeo Colleoni, e una tre giorni di rievocazione storica, con cene medievali e giochi a tema.

In Campania addirittura l'evento è diventato mondiale. A Camposano, vicino a Napoli, sembra che tutto abbia avuto inizio nel 1768 a causa della rivalità di alcuni giovani per la conquista di una ragazza. Prosegue nel 2018 con nuovi spasimanti che arrivano fin da Croazia e Pakistan, per la più grande corsa sugli asini che esista.

A quanto pare nessuno può fare a meno del palio. Una manifestazione che riunisce e affascina persone di tutte le età. Risveglia un senso di appartenenza al quartiere, prima ancora che al paese. E Diverte. Sì, ma a che prezzo?

Le proteste degli animalisti

Abbiamo chiesto a Nadia Zurlo, Responsabile Area Equidi della Lav, di spiegarci nel dettaglio quello che subiscono gli asini coinvolti nelle corse:

"Il primo diritto leso è quello della libertà. Questi animali vengono fatti nascere in modo forzato e obbligati a svolgere un'attività che non è nella loro natura, cioè quella di gareggiare per sport. Non solo ma gli asini, a differenza dei cavalli, non vengono addestrati a correre il palio durante l'anno: si tratta infatti di animali affittati di allevatori della zona e poi costretti a partecipare alle gare di paese. È per questo che oppongono una fiera resistenza, più dei cavalli. 

Ed è anche la ragione per cui riceveranno più sollecitazioni da parte del fantino: spinte, calci e redini tirate affinché arrivino al traguardo. In più, trattandosi di eventi amatoriali all'interno di feste di paese, i cavalieri non sono professionisti. Questo provoca a volte abbinamenti sbagliati, come uomini troppo grossi su animali minuti. 

Nel 2009 è stata emessa un'ordinanza del ministero della Salute, poi modificata e continuamente prorogata, che è anche l'unica forma di legislazione che regola questi eventi con corse di equidi organizzate da comuni e privati. Uno degli obblighi più importanti che fissa la norma è quello di integrare la commissione di vigilanza della manifestazione con un tecnico del fondo. Questa figura ha il compito di valutare la relazione tecnica presentata dagli organizzatori, di fornire prescrizioni riguardo la sicurezza e di effettuare un sopralluogo della pista per accertarsi che sia coperta da selciato

Questo tipo di terreno serve a minimizzare il rischio di cadute per l'animale, che devono inoltre essere attutite per mezzo di paratie. Quello che però abbiamo scoperto,  facendo richiesta di accesso agli atti, è che molti comuni non prevedono la nomina di nessun tecnico del fondo e infatti le corse si svolgono direttamente sull'asfalto

Il problema è che siamo abituati a considerare solo la sofferenza fisica dell'animale, ma non rendiamo conto del trauma psicologico che un asino vive quando viene separato dal branco (si tratta di animali con un forte istinto del gruppo), trasportato fino alla pista, costretto a correre fra le grida del pubblico e i calci del fantino e poi riportato a casa".

Abbiamo contattato anche gli organizzatori del Palio di Martinengo per sentire il loro punto di vista, ma ci hanno risposto che preferiscono non commentare.

Credits: foto di copertina da pagina Facebook Palio del Casale