Le Ferrovie Abbandonate: un viaggio lungo percorsi tracciati tanti anni fa

Una volta qui era tutto treno. Poi sono arrivate le strade più o meno asfaltate, le automobili private accessibili a tutti e le linee ferroviarie sono apparse inutili. In Italia abbiamo più di 7mila chilometri di binari che non vengono più utilizzati. Tornare a percorrerli, però, anche se solo come turisti, potrebbe evitare l’abbandono e lo spopolamento di borghi e paesi che si trovano lungo questi itinerari.
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Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
15 Agosto 2019

Abbandonate perché cadute ormai in disuso, abbandonate perché mai completate, abbandonate perché sono state costruite delle varianti sul tracciato originario. Quando le automobili erano un vezzo per ricchi, in Italia si viaggiava in treno. Le ferrovie raggiungevano ogni più piccolo paese, o quasi, e permettevamo anche a chi viveva tra le montagne o molto lontano da una grande città di non sentirsi del tutto isolato. Oggi, però, sembrano non servire più o comunque su buona parte di questi i vagoni non si vedono più. Un tracciato lungo in tutto  7.500 chilometri, che nessuno ormai percorre più.

E così, intere comunità tornano a conoscere l'isolamento. Perché va bene la macchina privata, ma tu abiteresti in un piccolo borgo che ti costringe a guidare almeno due ore ogni giorno per raggiungere il posto di lavoro? È anche per evitare lo spopolamento che dare nuova vita a questi percorsi è davvero fondamentale. E se non possono essere rispolverate le vecchie linee, si possono almeno valorizzare attraverso il turismo.

Il progetto "Ferrovie abbandonate" cerca di fare proprio questo. Sul sito ufficiale puoi trovare l'elenco di tutti i percorsi e le ragioni per cui non funzionano più. Regioni alpine, paesini lungo la costa ligure, entroterra sardo. Innumerevoli borghi e aree sperdute e bellissime che rischi di perderti se non ti rimetti in marcia lungo questi itinerari. Su alcuni di questi, è tornato il treno. Non passa tutti i giorni e carica solo turisti, ma le rotaie sono di nuovo in funzione e le linee si sono ripopolate.

Altre invece sono state valorizzate dall'iniziativa "Binari Verdi", a cura dell'Associazione Italiana Greenways Onlus, in collaborazione con il Touring Club Italiano. Per entrare in questa rete, un ente o un comune che gestisce la linea ferroviaria abbandonata, deve dimostrare di voler valorizzare il territorio, rispettandone la storia e tutelandone le tradizioni che rischiano di scomparire, oltre a rendere il percorso sostenibile e rispettoso dell'ambiente. Un prodotto turistico, ma che miri soprattutto a promuovere l'economia locale, senza snaturare il paesaggio e la cultura di un luogo.

Quando non trovi un vero e proprio treno, potrai comunque ripercorrere l'itinerario a piedi o in bicicletta. Troverai diverse strutture ricettive dove dormire, mangiare oppure fare una piccola pausa. Magari sarà una vecchia stazione o una casa cantoniera. Un'Italia che non c'è più, ma il cui ricordo sembra indelebile.

Questi, ad esempio, sono alcuni dei percorsi già trasformati in piste ciclabili:

  • La ferrovia di Torre Salsa, in Sicilia
  • La ferrovia di Cortina, in Trentino
  • Il Gottardo dell'Umbria, la ferrovia da Spoleto a Norcia
  • L'ex ferrovia della Val Rosandra, nella Venezia-Giulia
  • La grotta del treno di Bergeggi, in Liguria
  • La ferrovia da Colzate a Clusone, in Lombardia

Infine, anche il gruppo Ferrovie dello Stato ha voluto censire tutti i binari caduti in disuso per diversi motivi e ne ha realizzato un atlante, con fotografie e storie che puoi sfogliare per decidere quale percorso intraprendere. In realtà, i destinatari ultimi di questo volume sarebbero le comunità locali e le pubbliche amministrazioni, affinché formulino proposte su come recuperare le vecchie linee.

In quanto a te, ora non ti resta che partire: il percorso è già stato tracciato, tantissimi anni fa.

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…