Le forti piogge trasformano il fiume Drina in un’enorme discarica di plastica e rifiuti di ogni genere

Bottiglie di plastica, pneumatici, resti di mobili e persino elettrodomestici: è solo una parte dei rifiuti che invadono oggi vaste aree del fiume Drina che da bellezza naturale si sta trasformando in una discarica.
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Roberto Russo 24 Gennaio 2023

Le forti piogge hanno messo a nudo la piaga dei rifiuti nei Balcani. Tonnellate di rifiuti gettati in discariche fluviali mal regolamentate o, peggio, direttamente nei corsi d'acqua che attraversano tre Paesi europei (Bosnia, Serbia e Montenegro) hanno finito per accumularsi nel fiume Drina, nella Bosnia orientale. La forza delle acque ha trascinato nel letto del fiume, che scorre al confine tra Bosnia ed Erzegovina e Serbia, bottiglie di plastica, barili arrugginiti, pneumatici usati, elettrodomestici, legname. Non dobbiamo dimenticare che la crisi climatica sta rendendo questi eventi estremi, con tutte le loro conseguenze, sempre più frequenti.

La situazione è diventata ancora più drammatica per via di una recinzione installata da una centrale idroelettrica bosniaca a pochi chilometri a monte della propria diga, vicino Visegrad: i rifiuti, infatti, vi si sono bloccati trasformando la città in un'inaspettata discarica regionale.

Gli effetti delle piogge

Le forti piogge e il clima insolitamente caldo di questi giorni hanno fatto sì che molti fiumi e torrenti in Bosnia, Serbia e Montenegro abbiano rotto gli argini, inondando le aree circostanti e costringendo decine di persone ad abbandonare le proprie case. “Negli ultimi giorni abbiamo avuto piogge torrenziali e alluvioni e molta acqua è arrivata dagli affluenti della Drina in Montenegro, che ora fortunatamente si sta ritirando”, ha spiegato Dejan Furtula del gruppo ambientalista Eko Centar Visegrad. “Purtroppo il massiccio afflusso di rifiuti non si è fermato”, ha aggiunto.

Stando alle stime, sono circa 10.000 i metri cubi di rifiuti che si sono accumulati: una quantità pari a quella che è stata rimossa in quella stessa zona negli ultimi anni. La bonifica del fiume dura in media un semestre: ciò che viene rimosso finisce nella discarica comunale di Visegrad, dove, però, sono accesi sempre fuochi per smaltire i rifiuti. Il che, per citare sempre Furtula, “non è solo un grande pericolo per l'ambiente e la salute, ma anche una grande vergogna per tutti noi”.

E pensare che il fiume Drina è un vero e proprio gioiello della natura, lungo 346 chilometri, con alcuni dei suoi affluenti che sono noti per le acque color smeraldo e i paesaggi mozzafiato che attraversano. Inoltre, un tratto lungo il confine serbo-bosniaco è popolare per il rafting. Sempre che non ci si trovi nella “stagione dei rifiuti”!

In apertura: foto di repertorio di un fiume inquinato