
Nell’armadietto della tua cucina, probabilmente non manca. Lì, tra le spezie e le erbe aromatiche oppure accanto al classico sale iodato, il sale rosa potrebbe avere uno spazietto speciale.
Forse per il suo colore rossastro o proprio rosa, oppure la sua natura esotica e quell’etichetta, “sale dell’Himalaya”, su cui potrebbe essere ricaduto il tuo occhio durante la gita tra le corsie del supermercato: si tratta, infatti, di un tipo di salgemma che viene estratto dalle miniere di Kewra, in Pakistan, una delle più grandi miniere di sale del mondo.
La scelta di mettere il sale rosa nel carrello e quindi nella tua alimentazione potrebbe però esser dipesa dalle sue presunte proprietà nutrizionali e benefiche.
Potresti aver sentito parlare dell’abbondante presenza di 84 microelementi in grado, per esempio, di ridurre il rischio di ipertensione, delle sue capacità di migliorare l’assorbimento di alcuni nutrienti e limitare la ritenzione idrica oppure del suo ruolo per favorire un sonno più regolare.
Avrai notato che fin qui ho utilizzo praticamente sempre il condizionale. Sì, perché mentre il sale rosa prendeva il largo nella nostra tradizione culinaria e si allargava la sua nomea di prodotto con capacità e proprietà utili all’organismo, più di qualche esperto ha storto il naso.
Tra questi, la professoressa Stefania Ruggeri ricercatrice e nutrizionista del Crea e Docente alla Facoltà di Medicina Università di Roma Tor Vergata: “Il sale rosa è salito alla ribalta intorno alla fine degli anni ’90 perché diversi esperti ne millantavano le proprietà e i benefici grazie alla presunta presenza di microelementi in grado di garantire numerosi effetti benefici. Niente di tutto ciò, però, ad oggi è stato dimostrato scientificamente”.
Indagando la sua composizione, l’unico elemento per cui il sale rosa potrebbe effettivamente diventare importante per il nostro corpo è il sodio. Che, in ogni caso, è contenuto allo stesso modo anche nel normale sale iodato.
Nessuna delle presunte proprietà è stata dimostrata scientificamente
“Il sodio svolge delle funzioni nel nostro organismo – ha spiegato la ricercatrice del Crea – È importante per il bilancio idro-elettrolitico, per l’attività delle cellule muscolari e trasporto di nutrienti, ma con la nostra alimentazione troppo ricca di sale e prodotti che lo contengono ne assumiamo davvero troppo, e questo reca un danno alla nostra salute”.
Un eccesso di sale significa eccesso di sodio che, a sua volta, corrisponde all’aumento del rischio di danno alla nostra pressione arteriosa, di sviluppare malattie come l’ipertensione, tumori o anche patologie neurodegenerative.
Più che concentrarsi sulle proprietà benefiche del sale rosa, quindi, è bene tenerne sotto controllo e limitato il consumo (così come di tutti i tipi di sale) visti i potenziali effetti sulla salute. La professoressa Ruggeri ci ha infatti spiegato che le raccomandazioni nutrizionali hanno individuato una vera e propria soglia limite per il nostro consumo del sale.
“Si tratta di 5 grammi al giorno per persona. In questa soglia è contenuto sia il sale che semplicemente aggiungiamo come condimento sia quello naturalmente presente negli alimenti”. Puoi pensare, per esempio, ai prodotti confezionati o al pane.
In Italia, anche grazie alle campagne di sensibilizzazione avviate dal Ministero della Salute da alcuni anni siamo riusciti a ridurre il consumo pro-capite di sale, anche se oggi siamo ancora intorno agli 8-9g al giorno. Quantità che oggi sono ancora lontane dalla soglia limite.
La recente fama del sale rosa, che secondo la ricercatrice del Crea deriverebbe da show e programmi televisivi a tema gastronomico “dove viene utilizzato per abbellire i piatti”, ha con sé l’intrinseco rischio di farci sforare queste soglie: “Può infatti portare ad aumentare ancora di più l’assunzione del sale, perché aggiunto come decorazione e questo, come capiamo bene, può provocare danni”.
Secondo la professoressa Ruggeri, in sostanza, il sale rosa non ha niente di più rispetto al sale normale. “Possiamo utilizzarlo ogni tanto per guarnire le nostre pietanze ricordandoci però di non salare troppo il cibo se non vogliamo gustarlo”.
E ha quindi concluso: "Se anche uno studio, un giorno, riuscisse a dimostrarne qualche beneficio sarebbe comunque inutile e costoso sostituirlo a sale normale viste le basse quantità che ne dovremmo comunque assumere quotidianamente". L'indicazione della professoressa Ruggeri è semplice: “Usiamo il sale iodato che può darci effetti benefici sulla salute”.