
In alcune zone d'Italia giuggiola significa anche caramella gommosa. E in effetti i frutti dell'albero del giuggiolo sono molto dolci e possono essere usati come base per produrre questi dolcetti m0lto amati dai bambini. E non solo, siamo sinceri. Ti farà allora piacere sapere che hanno tante proprietà nutritive e può fornire diversi benefici sia per la tua salute che per il tuo benessere. Proviamo a conoscerli assieme.
La pianta da cui nascono le giuggiole si chiama Zizyphus jujuba e appartiene alla famiglia delle Rhamnaceae. Si tratta di un albero non tanto alto che cresce soprattutto in Asia ed in infatti originario della Cina. Oggi comunque viene coltivato anche in Marocco, Medio Oriente, Stati Uniti ed Europa del Sud. In generale si adatta bene in tutti i Paesi con un clima caldo a asciutto ed è per questo motivo che potrebbe capitarti di vederne qualcuno anche in Italia, magari utilizzato per abbellire il giardino.
Come pianta infatti ha rami pieni di spine, ma circondate da foglie verde intenso che fanno risaltare meglio i frutti rossicci che maturano a luglio e i fiori gialli che sbocciano in primavera.
Ti parlo di frutti ma se volessimo essere precisi dovrei spiegarti che la giuggiola è una drupa, perché ha una polpa carnosa e un nocciolo legnoso. La buccia è piuttosto sottile, mentre la polpa, bianca e compatta, ha un sapore dolce e leggermente acidulo.
Diamo insieme un'occhiata ai valori nutrizionali delle giuggiole, calcolati sulla base di 100 grammi di prodotto fresco:
Secondo la medicina tradizionale cinese, un beneficio importante delle giuggiole è quello calmante. Se stai vivendo un periodo stressante, una tisana a base di questo frutto potrebbe aiutarti a sentirti un po' meglio e magari anche a farti passare quel fastidioso mal di testa che l'accumulo di tensione ti ha provocato. Per lo stesso motivo è un buon rimedio naturale contro l'insonnia. Inoltre, aiuta chi soffre spesso di stipsi, grazie al suo effetto lassativo.
Come hai potuto vedere, poi, le giuggiole contengono diverse vitamine e sali minerali molto preziosi per il tuo corpo. Possono quindi diventare un buon spuntino, magari prima di praticare attività fisica. Fai però attenzione a non esagerare perché si tratta comunque di un alimento abbastanza calorico e che contiene molti zuccheri.
Sembra poi che siano molto utili nel contrasto di tutti quei problemi che possono affliggere la bocca e la cavità orale. Puoi quindi ricorrervi per provare a lenire il mal di gola, la tosse o per ritrovare più rapidamente la voce dopo una faringite. Naturalmente, accanto agli eventuali farmaci che il medico potrebbe prescriverti. Uno studio pubblicato nel 2010 su Transplantation Proceedings ha inoltre suggerito che le sostanze nutritive contenute in questi frutti abbiano degli effetti benefici rispetto ai danni al fegato.
Infine, contribuirebbero a potenziare il tuo sistema immunitario e favorirebbero la prevenzione dei tumori. Questo non significa che mangiando le giuggiole potrai considerarti sano per sempre, ma che, accanto agli screening e ai percorsi di prevenzione consigliati dai medici, questi frutti possono fornire il loro contributo.
Non vi sono particolari controindicazioni nel consumo delle giuggiole. Dovrai naturalmente prestare attenzione alla quantità che mangi, ma per il resto sono considerati alimenti sicuri per tutti. L'unico aspetto a cui prestare attenzione è l'eventuale possibile interazione con farmaci antidepressivi, in particolare con la venlafaxina.
Ci sono diversi modi in cui puoi utilizzare le giuggiole in cucina. Pensale quasi come sostitute dei datteri, anche se sono un po' meno dolci. Possono quindi diventare dei dessert un po' più salutari delle classiche torte, ma possono anche diventare ingredienti proprio per dare vita a dolci golosi. Le giuggiole vanno inoltre bene per essere candite o trasformate in marmellate e composte. Insomma, nel mondo della pasticceria hanno davvero molteplici usi. Ma soprattutto, hai presente il famoso brodo di giuggiole? Ecco, è un liquore che si ottiene proprio dalla macerazione in alcol di questi frutti.
Fonte| Humanitas