Le tragiche conseguenze di un fiore che sboccia in anticipo a causa della crisi climatica: come cambia l’ecosistema?

La crisi climatica e il riscaldamento globale rischiano di cancellare anche le stagioni e con loro l’intero ciclo biologico della natura. Le piante e gli alberi germogliano più tardi o prima, i fiori sbocciano in un altro periodo e gli animali sballano il loro ciclo nutritivo.
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Mattia Giangaspero 18 Marzo 2024

Com'era il detto? Ah sì, non ci sono più le mezze stagioni. Ecco, forse forse andrebbe un po' aggiornato e questo perché, adesso, non ci sono più neanche le stagioni. Lo si riesce a capire dal clima vero, però non sempre in tutt'Italia fa caldo, piove o fa freddo nello stesso momento. Molto spesso quando leggi una notizia a riguardo si cerca sempre di fare una media delle temperature e del clima nazionale. Per capire, più rapidamente, che anche le stagioni non esistono più basta solo osservare la natura, gli alberi del tuo giardino o balcone, il verde urbano della tua città, i fiori dei parchi dove vai a correre o praticare sport. Prova a riflettere un secondo anche tu: non noti che alcune piante iniziano a germogliare molto prima o più tardi? I frutti crescono prima o dopo e cambia anche il raccolto di frutta o verdura di stagione?

Un centro di ricerca americano, chiamato USA National Phenology Network (la fenologia è lo studio del cambiamento stagionale), che riporta la comparsa annuale delle prime foglie primaverili negli Stati Uniti contigui a partire dal 1981, ha mappato tutti gli Stati Uniti per trovare conferma alla tesi che "le stagioni non esistono più". Il Washington Post, tramite i racconti dei cittadini, ha raccontato di come le fragole dagli anni 80 a oggi hanno cambiato il periodo di crescita. Sono passate da metà giugno al picco massimo di maggio. E poi anche nei primi anni '70 gli alberi di magnolia fiorivano petali rosa e bianchi verso fine maggio, adesso invece fioriscono spesso ad Aprile.

La direttrice del Network americano Theresa Crimmins ha affermato che, per sapere quando compaiono le foglie, non è necessario fermarsi a osservare le piante di tutto lo Stato o del mondo, basta incrociare molti dati sul clima e sulle temperature per trovare il modo di capire quali sono le caratteristiche di una "primavere" e vedere quando essa capiti, se prima di fine marzo o molto dopo. Tutto dipende dall'incrocio dei dati climatici insomma.

E questo per uno studioso o ricercatore ha perfettamente senso, ma per un singolo cittadino che non gira il mondo o banalmente le città della propria Nazione no. Il cittadino riesce a capire che le stagioni sono cambiate osservando il germogliare delle piante.

Sempre legato all'analisi fatta sull'America nel grafico sottostante puoi notare come la Primavera abbia cambiato il periodo in base ai singoli Stati da +28 giorni a -14 giorni.

Credit foto Washington Post
Credit foto Our World in Data

Our World in Data invece ha approfondito con un'altra analisi, quel che la crisi climatica e il riscaldamento globale stanno facendo alla fioritura dei ciliegi in Giappone. L'asse verticale mostra la data del picco di fioritura, espressa come numero di giorni trascorsi dal 1° gennaio. Quindi puoi notare come nell'800, cento giorni dopo il 1 gennaio iniziavano a fiorire i ciliegi, mentre nel 2023 solo 85 giorni dopo. 

Piante, fiori e alberi senza stagioni? I rischi per gli animali

Ora, se sei arrivato fino a questo punto, ti starai chiedendo: "E quindi, tutto questo cosa vuol dire? Quali sono i rischi?"

I rischi di un cambio completo dei periodi stagionali provoca gravi danni a tutto l'ecosistema naturale. Il primo danno tra tutti e quello di sbagliare a prendersi cura di una pianta a causa del diverso clima e iniziare ad adottare pratiche consuete, come la potatura o la riconcimazione, ma nei periodi sbagliati. Questo potrebbe portare, alla lunga, alla morte della pianta stessa.

L'altro grave danno è indiretto e riguarda gli animali che vivono insieme e grazie alle piante e agli alberi. Gli animali utilizzano metodi diversi per calibrare i loro calendari interni. Alcune specie sanno che è primavera quando le temperature dell'aria diventano calde, per esempio. Ma altri si affidano alla durata del giorno, che si espande con la fine dell’inverno, per determinare quando è arrivata la primavera. Quindi, quando le temperature dell’aria si riscaldano presto – ma la durata del giorno rimane invariata rispetto agli anni passati – le specie iniziano a non essere d’accordo sulla data di inizio della primavera.

Questo potrebbe portare ad alcune discrepanze tra gli animali. Per esempio i bruchi sono la prima specie che sente tramite la temperatura un cambio di stagione. Quindi si adattano perfettamente al nuovo ciclo delle piante e degli alberi. Gli uccelli che sono i loro predatori naturali, invece, sono il secondo esemplare che comprende l'arrivo della primavera quando le giornate si allungano. Questo porta però a un grave problema perché non avranno modo di nutrirsi o cacciare una grande quantità di bruchi e perdono del cibo fondamentale per il sostentamento nei secoli di un'intera specie. Insomma se i vari tipi di uccelli non dovessero adattarsi alla crisi climatica, questi potrebbero rischiare l'estinzione.

Fonte | Our World in Data ;USA National Phenology Network The Washington Post