Le vittime dei cambiamenti climatici: ecco perché oggi si muore già a causa del clima (e succede anche in Italia)

Gli eventi climatici estremi, come uragani, tifoni, alluvioni ma anche ondate di calore, uccidono ogni anno migliaia di persone. Non solo, l’aumento della temperatura globale porterà anche a una maggiore proliferazione degli insetti e di conseguenza a una maggiore diffusione di malattie infettive.
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Federico Turrisi 19 Dicembre 2019

"People are suffering, people are dying", ossia la gente sta soffrendo, la gente sta morendo. Sono parole di Greta Thunberg, pronunciate nel suo discorso al Climate Action Summit delle Nazioni Unite davanti ai leader dei paesi di tutto il mondo lo scorso 23 settembre. La giovane attivista svedese alludeva alle vittime dei cambiamenti climatici, a coloro che subiscono gli effetti del riscaldamento globale in maniera diretta e sono costrette a migrare perché il loro ambiente è stato reso invivibile. Per loro la scelta è tra morire o fuggire. Tanto che si comincia a parlare di "rifugiati climatici", anche se nessun trattato internazionale riconosce ancora una simile figura dal punto di vista giuridico.

Gli scienziati hanno più volte lanciato l'allarme: con l'aumento della temperatura globale dovuto all'eccessiva presenza di gas a effetto serra nell'atmosfera, gli eventi climatici estremi come alluvioni, uragani e tifoni aumenteranno di frequenza e intensità, causando morte e distruzione. Basta guardare agli episodi di questo 2019 che sta per concludersi, come il tifone Hagibis in Giappone (il più potente degli ultimi 60 anni: oltre 70 morti) o l'uragano Dorian, che ha devastato l'arcipelago delle Bahamas (almeno 67 vittime).

Secondo l'Oms i cambiamenti climatici causeranno ulteriori 250.000 morti all’anno entro il 2030

Stando ai dati del Climate Risk Index diffusi dall'ong German Watch durante la Cop25 di Madrid, le morti riconducibili a eventi climatici estremi (comprese ondate di calore estremo e siccità) ammontano a 19.947 dal 1999. Il paese con il più alto numero di vittime è l'India: 2081. Ai primi dieci posti nella classifica generale dei paesi del mondo più colpiti dagli eventi estremi troviamo Portorico, Myanmar, Haiti, Filippine, Pakistan, Vietnam, Bangladesh, Thailandia, Nepal e Dominica.

Ma il legame tra salute umana e cambiamenti climatici non si riduce agli eventi estremi. Renee Salas e Ashish Jha dell’Harvard Global Health Institute hanno provato a tracciare uno scenario il più ampio possibile, analizzando tutta la letteratura scientifica a riguardo. I risultati del loro studio sono stati pubblicati dalla rivista British Medical Journal.

C'è davvero da preoccuparsi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che i cambiamenti climatici causeranno ulteriori 250 mila morti all’anno entro il 2030, tenendo conto solo di cinque aspetti: malnutrizione, malaria, diarrea, dengue e ondate di calore. Quest'ultimo ha una forte rilevanza dal momento che già oggi in alcune regioni del mondo la carenza idrica è un problema molto grave. Temperature più elevate significano poi sempre più insetti, che possono essere vettori di pericolose malattie infettive. La capacità vettoriale per la trasmissione della malaria è aumentata di oltre il 20% in Africa dal 1950, e secondo l'Oms lo scenario futuro non è per niente rassicurante, soprattutto nelle regioni centrali e orientali dell’Africa sub-sahariana. Sempre dagli anni Cinquanta, la capacità vettoriale per la trasmissione della dengue è aumentata di oltre il 7%.

Ma se pensi che sia un problema solo dei paesi più poveri ti sbagli di grosso. Anche l'Italia è coinvolta. Secondo il recente rapporto “Il clima è già cambiato” pubblicato da Legambiente, gli eventi meteorologici estremi nel 2018 hanno causato la morte di 32 persone e oltre 4500 sfollati. Morale della favola, siamo tutti sulla stessa barca. Una barca malandata, in cui quelli che si trovano più in basso annegheranno per prima, pur non essendo loro i responsabili di questa situazione drammatica. I grandi del pianeta sembrano sordi al loro grido di aiuto e anziché prendere misure efficaci e tempestive contro la crisi climatica pensano solo a tutelare gli interessi delle lobby che li portano e li mantengono al potere. Il tempo per salvare il pianeta, però, sta per scadere. Non possiamo che augurarci, come ha detto Greta Thunberg a Torino, che il 2020 sia veramente l'anno dell'azione.