Legge sui nuovi OGM in agricoltura: l’Italia è a favore, ma l’Europa si oppone

L’Unione Europea vorrebbe approvare entro la fine del 2023 il nuovo testo sull’editing genetico. Si tratta di una nuova tecnica di OGM e una delle prime nazioni a favore è proprio l’Italia.
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Mattia Giangaspero 18 Dicembre 2023

L'Unione Europea nelle ultime settimane del 2023 per quanto riguarda agricoltura e allevamenti ha ancora molto da discutere. Pesticidi, riduzione delle emissioni negli allevamenti, carne coltivata e ultimo temo arrivato sul tavolo di Bruxelles è quello legato ai nuovi OGM. I ministri dell'Agricoltura si sono riuniti giovedì 14 dicembre per trovare una sintesi in merito al voler approvare i New Genomic Techniques (NGTs).

Una sintesi però non è stata ancora trovata e per quanto riguarda l'Italia, il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida ha dichiarato di essere a favore delle nuove tecniche di editing genetico.

Le piante ottenute da nuove tecniche genomiche sono “uno strumento essenziale” per “migliorare la sostenibilità dei processi produttivi in agricoltura” e per “contribuire alla sicurezza alimentare e alla sovranità alimentare europea, che oggi consideriamo in pericolo”, ha affermato Lollobrigida alla riunione di stamattina del Consiglio Agrifish a Bruxelles.

Altri Paesi però hanno iniziato a sollevare alcuni dubbi in merito all'assenza della garanzia di poter separare le filiere biologiche da quelle OGM, per proteggerle dalla contaminazione. Ma anche l’impossibilità di limitare o vietare la coltivazione di OGM a livello nazionale. O, ancora, l’impatto dei brevetti dei nuovi OGM, che potrebbero portare alla concentrazione del mercato in una manciata di grandi aziende.

I Paesi che per il momento hanno bocciato il testo sono stati Austria, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Germania, Bulgaria, Grecia, Polonia, Romania e Slovenia.

Adesso per l'approvazione definitiva servirà almeno il "Sì" di 13 Stati su 27. Adesso si attende il 22 dicembre, giorno in cui avverrà la prossima riunione del Coreper, l’incontro tra ambasciatori nazionali presso l’UE dove si studiano le varie sintesi sui tanti dossier ancora aperti.

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