L’emergenza Covid-19 potrebbe essere una ragione in più per chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia

La deputata Brambilla aveva proposto un emendamento al Decreto Rilancio per vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali da pelliccia e prevenire la trasmissione di malattie all’uomo, ma è stato giudicato inammissibile. In Danimarca migliaia di visoni in cattività hanno contratto il coronavirus e in Olanda si sospetta che siano avvenuti due casi di passaggio animale-uomo.
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Federico Turrisi 18 Giugno 2020

Come saprai, nel mondo i mattatoi si sono rivelati dei formidabili focolai di infezione da coronavirus SARS-CoV-2, dal momento che gli operai non potevano rispettare le misure di distanziamento fisico e continuavano a lavorare a stretto contatto in un ambiente poco sicuro. L'ultimo caso è quello scoppiato in un'impresa di carne a Gütersloh, in Germania, dove sono stati individuati 657 soggetti positivi.

E se anche gli allevamenti di animali da pelliccia fossero dei potenziali focolai? Proprio sulla base di questo dubbio la deputata Michela Vittoria Brambilla (che è anche presidente della Leidaa, ovvero della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente) con l'emendamento numero 23.013 aveva proposto di inserire nel testo del Decreto Rilancio una misura per vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali da pelliccia.

L'ex ministra si è richiamata ad alcuni recenti episodi avvenuti nel Nord Europa. In Danimarca sono risultati positivi al Covid-19 circa 11 mila visoni che verranno abbattuti per scongiurare il rischio di trasmissione dall'animale all'uomo. Nei Paesi Bassi, lo scorso maggio, due lavoratori di un grande allevamento di visoni hanno contratto il coronavirus: il sospetto è che il contagio sia avvenuto attraverso il contatto con gli animali infetti. Per questo motivo Amsterdam ha deciso di eliminare migliaia di visoni e di risarcire gli allevatori.

L'emendamento è stato però respinto, perché ritenuto inammissibile. "Ancora una volta, per non turbare gli interessi costituiti" , ha dichiarato l'onorevole Brambilla, "si è voluta evitare perfino la discussione parlamentare su un’industria non solo non etica, non solo in declino, ma anche potenzialmente pericolosa per la collettività”.

Forse invece vale la pena discuterne, visto che negli allevamenti gli animali usati per ricavare pellicce sono spesso rinchiusi in gabbie molto strette e il rischio di diffusione di malattie infettive attraverso lo scambio di fluidi corporei (pensa solo al sangue delle ferite che possono procurarsi gli animali) non è poi così remoto. In gioco non c'è solo la salute degli animali, ma anche quella di noi umani.