Lezioni dalla pandemia: il Vietnam decide di bloccare il traffico di animali selvatici

Il governo dello stato del sud-est asiatico, tra i principali crocevia per il traffico internazionale di fauna selvatica insieme alla Cina, ha imposto il divieto alle importazioni di esemplari vivi o morti e di prodotti derivati, annunciando di voler chiudere tutti i mercati illegali nel Paese.
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Federico Turrisi 27 Luglio 2020

Sull'origine naturale del coronavirus SARS-CoV-2 la comunità scientifica non ha molti dubbi: il virus ha fatto il salto di specie dal pipistrello all'uomo passando da un ospite intermedio, forse il pangolino, tra le vittime principali del commercio illegale di animali selvatici. E se davvero tutto è partito da un wet market di Wuhan, in Cina, allora è arrivato il momento di dire basta a traffici che arrecano gravi danni alla natura e alterano gli equilibri millenari di interi ecosistemi. Perché si tratta anche di una questione di sicurezza internazionale e di salute pubblica.

Probabilmente hanno fatto questo ragionamento gli esponenti del governo del Vietnam, che ha emanato una nuova direttiva (la n. 29 / CT-TTg), con cui si vieta la vendita di animali selvatici protetti nei wet market e si sospende l’importazione di animali selvatici vivi o morti, comprese loro parti e prodotti derivati. Nessun cittadino potrà possedere e commercializzare animali selvatici o prodotti derivati né potrà vendere o consumare la loro carne. In più, il governo di Hanoi ha promesso di chiudere tutti i mercati illegali presenti nel Paese e di rafforzare i controlli alle dogane.

Il Vietnam è un importante piazza di scambio per i trafficanti di prodotti derivati da animali selvatici: parliamo dell'avorio di elefante, del corno di rinoceronte, delle scaglie di pangolino eccetera. Già a febbraio 14 Ong, tra cui Traffic, la principale organizzazione a livello mondiale che si batte contro il traffico illegale di fauna selvatica, avevano indirizzato una lettera al governo vietnamita chiedendo un’azione incisiva per fermare il commercio illegale di animali selvatici e per proteggere il Paese da future pandemie. Un provvedimento simile a quello del Vietnam è stato preso anche in Cina, il più grande mercato al mondo di prodotti illegali provenienti dalla fauna selvatica.