Life DELFI, il progetto per salvare i delfini che rimangono impigliati nelle reti da pesca

Quello del contatto, sempre più frequente, tra delfini e reti da pesca è un fenomeno molto pericoloso per i mammiferi marini e crea danni economici ai pescatori. Tra le soluzioni un’app e tanta formazione dal punto di vista ecologico. Ecco cosa ci ha raccontato il ricercatore Alessandro Lucchetti, coordinatore del progetto europeo “Life Delfi”.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Emanuele La Veglia 18 Febbraio 2021

Oggi parliamo di un animale che ti sarà sicuramente molto simpatico, il delfino, e affronteremo alcune faccende che lo riguardano molto da vicino. Non so se ne sei a conoscenza, ma negli ultimi anni purtroppo capita sempre più spesso che i delfini si impigliano nelle reti da pesca, un problema non da poco di cui si stanno interessando i ricercatori italiani. Sui mari che circondano la penisola in cui viviamo è stato avviato il progetto dell'Unione Europea chiamato Life DELFI che vuole proprio ridare una vita serena ai nostri amici marini. Ne ho parlato con il coordinatore dell'iniziativa, Alessandro Lucchetti, ricercatore all'Istituto per le risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Cnr.

Quando ha avuto inizio la sua passione per la ricerca?

Guardando documentari e amando la vita all’aria aperta. La mia passione per la natura e la ricerca non nasce però in mare ma in montagna, con le vacanze estive, le escursioni e gli appostamenti per vedere animali altrimenti molto timidi. Gli oceani sono arrivati dopo, con gli studi, quando ho iniziato a frequentare biologia marina.

Quali sono state le tappe più belle del suo percorso di studi?

Il lavoro per la tesi di laurea, che è durato due anni, ha rappresentato una svolta della mia vita professionale, perché da subito sono stato catapultato nelle attività sul campo. Appena entrato in contatto con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ho avuto modo di partecipare a numerosi progetti facendo tanta attività a bordo di pescherecci, soprattutto sulle coste. Quello che manca spesso nelle università, secondo me, è proprio la possibilità di conoscere da vicino quello che si studia.

Può farci qualche esempio?

Spesso si fanno tesi a partire da campioni prelevati da altre persone in chissà quale parte del mondo e, se questo da un lato è affascinante, dall’altro fa perdere il contatto con il mondo reale. Solo lì impari a conoscere i pescatori, la loro fatica, le problematiche della loro attività e riesci a creare rapporti umani molto solidi. Ricordo ancora con grande piacere le chiacchierate infinite con un pescatore, Marco, nelle lunghe giornate in mare. Quando hai un contatto così diretto impari che i dati raccolti non devono essere considerati in maniera fredda, ma hanno bisogno di un'interpretazione profonda.

Come è nata l'idea del progetto Life DELFI?

Negli ultimi anni avevo riscontrato molte lamentele da parte dei pescatori riguardo ai danni causati alle loro attrezzature.  I delfini hanno adattato il loro comportamento all'ambiente sviluppando abitudini alimentari nuove, cercando cioè di cibarsi dei pesci che trovano più facilmente, in questo caso nelle reti, oppure mangiando quelli che vengono rigettati in mare. In questo loro comportamento però rischiano di urtare e ferirsi, rimanendo a volte impigliati e finiscono per annegare o ingeriscono materiale che può causare occlusioni all'intestino. Al contempo ci sono conseguenze negative per il pescatore, a causa delle perdite economiche riguardanti il pescato e le reti.

Quali obiettivi volete raggiungere con questa iniziativa?

Ogni anno sono oltre 200 i delfini rinvenuti spiaggiati lungo i litorali italiani e una parte di questi mostra chiari segni di contatto con le reti da pesca. Il progetto intende promuovere l'utilizzo di attrezzi a basso impatto, scoraggiare l'avvicinamento dei delfini alle barche con sistemi acustici o visivi, istituire squadre in grado di salvare i mammiferi in caso di difficoltà e, in generale, formare i pescatori sulla necessità di preservare queste specie che giocano un ruolo chiave nell'ecologia.

Foto a cura di Cnr – Life Delfi