L’importanza degli impollinatori: fonti di vita, cibo e biodiversità

Api o farfalle, pipistrelli o molluschi, eventi climatici ma anche umani. Secondo gli ultimi rapporti l’attività degli impollinatori è a rischio, ma esistono delle soluzioni per salvaguardare la biodiversità e l’agricoltura mondiale.
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Francesco Castagna 29 Marzo 2022

Forse non ci hai mai fatto caso ma alcuni tipi di cibo, cure per il corpo e medicine non esisterebbero se non ci fossero gli impollinatori. Ma chi sono questi animali che permettono tutto ciò? Api, vespe o farfalle che si cibano del nettare dei fiori e trattengono sulla peluria il polline. Così facendo, lo trasportano da una pianta all’altra e permettono la formazione di nuovi frutti, e quindi di nuove piante.

La loro attività è parte di un sistema che è stato chiamato “Servizi ecosistemici”, che secondo la “Valutazione degli ecosistemi del millennio” (Millennium Ecosystem Assessment) del 2005, rappresentano i “molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano”. Il ruolo degli impollinatori è fondamentale, essi infatti regolano la biodiversità.

Cos’è l’impollinazione

Come tutti gli esseri viventi, anche le piante si servono di diversi modi per riprodursi. L’impollinazione non è altro che il trasporto di polline dalla parte maschile a quella femminile di una pianta. Il polline si può trovare nei fiori per le Angiosperme (dove il seme è protetto dall’ovario) o nei coni (che sono ad esempio le pigne) per le Gimnosperme (che producono semi non protetti).

Devi sapere che esistono due modalità di impollinazione:

  • incrociata: quando un essere vivente estraneo alla pianta trasporta il polline dall’antera (ovvero la parte terminale degli stami, gli organi sessuali maschili) allo stigma (l’apparato femminile che riceve il polline) di un altro fiore della stessa specie.
  • autoimpollinazione: quando alcuni tipi di pianta si autofecondano, facendo passare automaticamente il polline dall’antera allo stigma.

Tipi di impollinatori 

L’impollinazione incrociata si verifica attraverso un vettore, per ogni tipo di vettore esiste una definizione di impollinazione.

L’insetto-vettore a cui pensiamo ogni volta che parliamo di polline è l’ape, ma anche farfalle e vespe.

Ci sono poi altri tipi animali:

  • i rettili
  • gli uccelli
  • i pipistrelli
  • i molluschi
  • piccoli marsupiali
  • mammiferi

Forse non ne eri a conoscenza, ma anche l’uomo purtroppo ha dovuto imparare come riprodurre l'impollinazione, in modo artificiale. Questo processo specifico avviene con dei pennelli o strofinando i fiori maschili sugli stigmi dei fiori femminili. Questo accade perché a volte l’impollinazione normale non è sufficiente, a causa di una scarsa presenza di animali impollinatori dovuta a fattori legati al clima, di cui l'uomo è in parte responsabile.

Esistono anche altri due tipi di vettori:

  • anemogama, o via vento
  • idrogama, via flusso di acque

Perché sono importanti per noi 

Oltre ad essere fondamentali per il ciclo vitale delle piante, gli impollinatori svolgono un ruolo importante anche per i nostri prodotti. Oltre il 75% delle coltivazioni, secondo un rapporto ISPRA,  beneficiano dell’attività degli impollinatori. Il valore della produzione agricola mondiale è stimato tra i 235 e i 577 miliardi al 2020. Un dato importante è quello che riguarda l’attività dell’ape da miele, l’Apis Mellifera ha un’altissima importanza socioeconomica. In tutta l’Unione Europea infatti gli apicoltori sono circa 600mila, gestiscono 17 milioni di alveari con una produzione totale di 250mila tonnellate di miele l’anno. Non solo cibo, perché grazie anche all’attività degli impollinatori e dell’impollinazione in generale abbiamo biocarburanti, fibre e medicine.

I rischi

Paradossalmente, ci si è accorti dell’importanza di questi insetti nel momento in cui sono cominciati a mancare a causa dell’inquinamento ambientale. Gli impollinatori, soprattutto le api, sono molto importanti per il mantenimento degli ecosistemi ambientali e senza di loro diverse specie coltivate, ma anche selvatiche, si estinguerebbero. Ciò comporterebbe, anche per te, la perdita di una dieta sana e un aumento dei prezzi di ciò che mangi, perché per produrre i semi bisognerebbe ricorrere all’impollinazione artificiale, che prevede costi molto elevati.

Gli impollinatori sono quindi sotto minaccia, e la colpa è anche nostra: oltre alle cause in cui l’uomo non ha colpe (eventi naturali), stiamo minacciando queste specie perché alimentiamo il cambiamento climatico, utilizziamo pesticidi e prodotti chimici industriali e gestiamo male gli alveari. Tutto ciò porta alla  moria delle api, in Italia si registrano i primi casi già dal 2003. In Europa i dati a disposizione registrano un aumento che va dal 5-10% al 25-40% di morti invernali di api domestiche e sempre più crescenti perdite in estate. In ben due rapporti del progetto europeo EPILOBEE (2014, 2016) l’Italia ha tassi di mortalità delle api inferiori agli altri paesi europei, ma comunque significativi: 5,5% dal 2012 al 2013 e 4,8% dal 2013 al 2014.

Questi dati sono sicuramente il risultato di diversi fattori, tra cui anche la nostra attività. Di certo sappiamo che, secondo il rapporto 2016 dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), queste sono le principali cause della scomparsa degli impollinatori:

  • cambiamento nell'uso del suolo
  • gestione agricola intensiva
  • uso di pesticidi
  • inquinamento ambientale
  • specie esotiche invasive
  • patogeni
  • cambiamenti climatici

È chiaro che esistono anche delle soluzioni. Potresti pensare di scegliere dei prodotti realizzati con politiche agricole sostenibili che tutelano degli habitat naturali e usano schemi agroambientali. Quest’ultimi sono frutto di un accordo tra l’Unione Europea e i coltivatori: per tutelare l’habitat e preservare la biodiversità ai coltivatori viene chiesto di lasciare a riposo una parte dei loro terreni. Siccome questo significherebbe uno stop parziale della loro produzione, l’Unione Europea fornisce dei fondi per rimediare alle loro perdite.