L’intelligenza artificiale legge il pensiero e lo traduce in testo: così la scienza sfida le malattie neurologiche

Un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas ad Austin ha messo a punto un sistema di intelligenza artificiale in grado di leggere l’attività cerebrale di una persona mentre immagina di raccontare una storia e tradurla in un flusso continuo di testo di senso compiuto.
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Kevin Ben Alì Zinati 2 Maggio 2023
* ultima modifica il 02/05/2023

Da parole a fatti a volte è già complesso. Ora però potremmo fare ancora di più, traducendo in parole addirittura i pensieri.

Un sistema di intelligenza artificiale chiamato “decodificatore semantico” si è dimostrato in grado di leggere l’attività cerebrale di una persona mentre ascolta una storia o immagina di raccontarne una nella sua mente e tradurla in un flusso continuo di testo di senso compiuto.

Sviluppato da un team di ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, il nuovo sistema si preannuncia una svolta rivoluzionaria in diversi ambiti, soprattutto quello assistenziale.

Ti ricordi il progetto tutto italiano “Voice For Purpose”? Ecco, anche il decodificatore semantico potrebbe effettivamente ridare la parola a quelle persone mentalmente coscienti ma fisicamente incapaci di comunicare, come chi soffre di una patologia neurologica (come la Sla) o, per esempio, chi è stato colpito da ictus.

Uno dei ricercatori dello studio si prepara a raccogliere dati sull’attività cerebrale nel Centro di imaging biomedico dell’Università del Texas ad Austin. I ricercatori hanno addestrato il loro decodificatore semantico su dozzine di ore di dati sull’attività cerebrale dei partecipanti, raccolti in uno scanner fMRI. Photo credit: Nolan Zunk/Università del Texas ad Austin.

La novità di questo sistema, costruito su un modello simile a quelli di ChatGPT di Open AI e Bard di Google, è che a differenza di altri sistemi di decodifica del linguaggio, non richiede l’impianto chirurgico di alcun dispositivo e nemmeno un elenco prestabilito (e quindi limitato) di parole.

Il sistema, come descritto sulla rivista Nature Neuroscience, funziona attraverso l’utilizzo della Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) che misura l’attività cerebrale del soggetto dopo un lungo addestramento del decodificatore, in cui la persona ascolta ore di podcast.

Ciò che ne deriva non è una trascrizione parola per parola ma, appunto, un “pensiero”. L’obiettivo infatti è catturare l’essenza di ciò che viene detto o pensato, anche in modo non precisissimo: la macchina infatti produce un testo che rispecchia il significato generale del pensiero dell’individuo.

Ti faccio degli esempi. Nelle sperimentazioni si è visto che se un soggetto ascoltava una voce ripetere una frase come «Non ho ancora la patente di guida», traduceva il suo pensiero come «Non ha ancora iniziato a imparare a guidare». Di fronte a una frase come «Non sapevo se urlare, piangere o scappare. Invece, ho detto: Lasciami in pace, il sistema ha riportato questo concetto: «Ha iniziato a urlare e piangere, e poi ha detto semplicemente: Ti avevo detto di lasciarmi in pace».

Un altro lato estremamente rilevante di questo sistema, hanno specificato i ricercatori, è che la decodifica semantica funziona solo se i partecipanti sono cooperativi: solamente, cioè, se i partecipanti avevano scelto volontariamente di farsi leggere a tradurre il pensiero.

Fonte | "Semantic reconstruction of continuous language from non-invasive brain recordings" pubblicata il 1 maggio 2023 sulla rivista Nature Neuroscience

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.