L’Italia soffoca: da inizio anno già sforamenti di PM10 in 17 capoluoghi

Area B, ecobonus e ztl sembrano non funzionare abbastanza. Secondo un aggiornamento al 31 marzo 2019 del dossier Mal’Aria di Legambiente, dall’inizio dell’anno sono già 17 i capoluoghi italiani ad aver registrato sforamenti dei livelli di particolato consentiti per legge.
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Sara Del Dot 8 Aprile 2019

Che nelle città italiane la qualità dell’aria non sia proprio delle migliori, non è certo una novità. Non a caso sono diverse le misure adottate dalle varie amministrazioni per consentire ai cittadini di respirare meglio. Eppure il percorso sembra ancora troppo lungo e travagliato. E a dirlo, purtroppo, sono i dati di chi, la qualità dell’aria, la tiene monitorata costantemente.

Nel suo rapporto Mal’Aria 2019, aggiornato al 31 marzo, Legambiente ha segnalato che, a partire da inizio anno, sono già 17 i capoluoghi che hanno registrato livelli di PM10 oltre la norma di legge. Infatti, informa l’associazione, per ogni città sono consentiti 35 giorni all’anno di sforamento dei livelli di particolato e polveri sottili, e queste 17 città li hanno ampiamente superati ad appena tre mesi dall’inizio del 2019. In testa a questa ben poco onorevole classifica c’è Torino, che ha già registrato 52 sforamenti.

Ecco la triste classifica degli sforamenti:

  1. Torino con 52 sforamenti
  2. Rovigo con 50
  3. Verona con 49
  4. Cremona con 48
  5. Milano con 48
  6. Vicenza con 47
  7. Padova 45
  8. Venezia con 45
  9. Pavia con 44
  10. Alessandria con 43
  11. Frosinone con 43
  12. Treviso con 43

In Veneto in particolare, la situazione è tragica. Pare infatti che tutti i suoi capoluoghi, ad eccezione di Belluno, abbiano già superato i livelli consentiti. Vista la drammaticità della situazione, Legambiente ha deciso di lanciare una petizione per chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di approvare il decreto che dovrebbe autorizzare la circolazione della micro-mobilità elettrica nei Comuni.