Lo scempio del fiume Sacco: da cosa è provocato l’inquinamento delle acque e quali sono le conseguenze?

Il fiume Sacco è inquinato. Ma non da qualche giorno. Da 50 anni. Nonostante denunce e annunci di bonifica, ci sono fabbriche che continuano a riversare i rifiuti tossici nelle sue acque e persone che continuano ad ammalarsi di tumore e leucemia. Ora la procura di Frosinone ha aperto un’inchiesta, ma al momento non può trapelare nulla.
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Giulia Dallagiovanna 10 Dicembre 2018

Stai facendo una passeggiata nel tuo paese e guardi il fiume che lo attraversa. Lo vedi coperto da uno strato bianco e soffice. Pensi che sia neve, ma poi ti avvicini e ti accorgi che è schiuma. Ti spaventi, allora, immaginando gli agenti inquinanti che l'hanno provocata. E invece scopri che le sostanze più tossiche sono proprio quelle che non si vedono.

Una storia alla quale gli abitanti della valle del fiume Sacco sono abituati. Nella zona della provincia di Frosinone che confina con il territorio della Capitale, il rispetto dell'ambiente manca da circa 50 anni. Da quando, cioè, è stato istituito il polo industriale che ha inglobato la maggior parte dei comuni che si affacciano sul corso d'acqua.

A fine novembre, la procura di Frosinone ha aperto un'indagine. Ma non è la prima volta che si prova a contrastare questo disastro del quale, in realtà, poco si parla. Cerchiamo allora di far chiarezza per capire meglio cosa succede in quell'area del Lazio.

Cosa succede nel fiume Sacco

La mattina del 24 novembre scorso, gli abitanti del comune di Ceccano, in provincia di Frosinone, si sono trovati davanti un panorama disgustoso, ma non insolito: il Sacco, il corso d'acqua più importante di quella zona, era completamente ricoperto da uno spesso strato di schiuma bianca. Quando incontravano un'ansa, le bolle si accumulavano una sull'altra, formando delle vere e proprie montagnette. Una gigantesca vasca da bagno maleodorante.

Ma la schiuma è il sintomo di un problema ben più grande, iniziato una cinquantina di anni fa. Sulle sponde del fiume sorge infatti il "Nucleo di industrializzazione Valle Sacco", istituito nel 1962. Un centinaio di fabbriche, in buona parte di fertilizzanti, cosmetici e altri prodotti chimici, i cui prodotti di scarto risultano tossici per l'ambiente e per l'essere umano. Una, o, più probabilmente, alcune di loro hanno trovato nel canale idrico il luogo più comodo dove smaltire i rifiuti speciali.

"La schiuma è il fenomeno visivo più appariscenteha dichiarato il comandante dei carabinieri forestali di Frosinone, Giuseppe Lopez – ma ci sono sostanze che non fanno schiuma e hanno più incidenza negativa sull'assetto ecologico del fiume".

Le indagini

L'inchiesta è partita dopo diverse denunce di Comuni colpiti dal fiume di schiuma, fra cui quella di Roberto Caligiore, sindaco di Ceccano. Sulle indagini, per il momento, si conosce solo quello che i carabinieri hanno potuto comunicare:

  • Il 27 novembre le forze dell'ordine hanno sequestrato una fabbrica abbandonata dove all'interno erano stati lasciati "materiali sicuramente pericolosi", ha scritto su Facebook Caligiore.
  • Le indagini sono proseguite e gli inquirenti hanno cercato di circoscrivere la zona inquinata: al momento sono state prese in considerazione una ventina di aziende. Sono state effettuate analisi sull'acqua del fiume e il 4 dicembre la procura di Frosinone ha aperto un fascicolo per "disastro ambientale plurimo".
  • Il 5 dicembre l'Asi, il Consorzio per lo sviluppo industriale di Frosinone, ha sospeso l'autorizzazione per l'utilizzo dei suoi impianti di depurazione a una fabbrica del comune di Patrica. Gli inquirenti hanno infatti trovato una sorta di "ponte", un tubo di scarico con il quale veniva bypassato il depuratore.

Intervistato dalla trasmissione di Rai Tre, Chi l'ha visto?, il sindaco di Ceccano ha sostenuto che questi episodi si verifichino soprattutto a ridosso delle festività, quando cioè i controlli sono meno frequenti.

Il resto è tutto nelle parole del comandante Lopez: "Ci sono spunti investigativi importanti, dei quali ancora non si può parlare. Siamo entrati in alcune aziende e abbiamo ritrovato delle sostanze compatibili con quelle che sono state rinvenute nel fiume. Ora stiamo monitorando il territorio con l'aiuto anche delle forze di polizia. Le indagini hanno tempi lunghi anche perché il fenomeno è molto complesso: non è riconducibile a un solo sversamento, ma è un meccanismo che va analizzato a fondo. Non possiamo dire che riusciremo ad arrivare a una soluzione in breve tempo, ma ci stiamo lavorando e sono sicuro che riusciremo ad ottenere buoni risultati".

Dove scorre il fiume Sacco

Prima di proseguire con la vicenda dell'inquinamento, forse ti sarà utile sapere dove si trova esattamente la zona di cui si sta parlando. La valle del fiume Sacco si estende al confine fra la provincia di Roma e quella di Frosinone. Alla fine del suo corso, confluisce nel fiume Liri e le sue acque sfociano poi nel mar Tirreno, assieme a tutto il carico di sostanze inquinanti che hanno raccolto lungo la strada.

Risulta contaminato per quasi tutta la lunghezza del suo corso, 87 chilometri per la precisione. I paesi più colpiti dalle sostanze tossiche sono Colleferro, Patrica, Supino, Morolo, Ceccano e Falvaterra.

Di quali sostanze tossiche si parla?

Arpa Lazio, che ha effettuato le analisi, ha trovato elevate concentrazioni di tensioattivi, che sarebbero le sostanze che hanno dato origine alla schiuma. Meno visibili, ma forse più pericolosi, sono invece gli agenti chimici utilizzati per la preparazione di prodotti industriali come fertilizzanti, pesticidi, prodotti per l'industria tessile e metallurgica, oltre a detergenti per uso domestico e cosmetici.

La concentrazione di sostanze tossiche supera di otto volte il limite consentito

Il limiti per lo scarico di queste sostanze in acque superficiali è di 2 milligrammi per litro, che diventano 4 se si gettano nelle fognature. Nel fiume Sacco la concentrazione passa dai 10 ai 16 milligrammi. Fino a otto volte più del limite consentito.

Secondo il sito Industria e ambiente, la sostanza più pericolosa che si trova nel fiume è il lindano, un insetticida. Vietato l'utilizzo diretto nel 2001, è fortemente limitato anche il suo uso come sottoprodotto della lavorazione industriale. Può causare infatti danni ai reni, al sistema nervoso e al fegato, oltre a essere potenzialmente cancerogeno.

Ma il lindano permane nell'ambiente per molti anni e, agli albori del polo industriale, era un insetticida molto diffuso nell'industria agricola. Di conseguenza, le aziende ne producevano in grandi quantità.

Cinquant'anni di inquinamento

I colpevoli, al momento, non hanno ancora un nome preciso. Ma stupirsi di fronte alla schiuma bianca che invade il fiume è, quanto meno, da ingenui. L'inquinamento di questa valle ha infatti una storia lunga almeno 50 anni. Non ha senso ripercorrere ora la lista di denunce, rapporti di enti diversi sui livelli di tossicità dell'acqua e i tentavi di bonifica finiti in nulla. Ma ci sono alcune tappe che devi conoscere.

Nel 1962 prende vita il "Nucleo di industrializzazione valle Sacco". Il territorio sembrava quello adatto: l'agricoltura dava sempre meno frutti e la Seconda guerra mondiale aveva ulteriormente impoverito un'area che già veniva classificata come depressa. Così, arrivano le prime industrie, tutte private, finanziate da gruppi italiani o stranieri.

Il problema dell'inquinamento viene intuito fin da subito, tanto che il Cnr di Roma nel 1978 svolge un'indagine sulle condizioni poco salubri nelle quali i lavoratori erano costretti a operare. Ma la cultura del rispetto dell'ambiente in Italia è praticamente appena nata. Non è ancora abbastanza forte per poter far sentire la propria voce contro grandi gruppi industriali che assicurano centinaia di posti di lavoro.

Durante i decenni successivi, partono denunce a mezzo stampa e proteste di ambientalisti e abitanti della zona, che sempre di più intuiscono il potenziale pericolo dietro agli sversamenti tossici. Vengono promosse bonifiche e stanziati milioni di euro dal governo.

Nel 2006 decine di carcasse di bovini vengono ritrovate nel fiume: sono morti dopo averne bevuto l'acqua

Ma nel 2006 accade di nuovo un episodio al quale i comuni della zona non erano nuovi: una moria improvvisa di animali da stalla. Decine di carcasse di mucche vengono ritrovate lungo il fiume. Avevano bevuto un'acqua che avrebbe dovuto essere stata ormai ripulita, si sono ritrovati pieni di beta-esclorocicloesano, la sostanza alla base del lindano.

Per limitare i danni sugli esseri umani, tutti i capi contaminati furono abbattuti e il loro latte ritirato dal commercio.

Nel 2013 si scoprì che già sette anni prima c'erano stati forti indizi riguardo lo scarico illegale di rifiuti nella zona del fiume Sacco. L'ex boss della Camorra Carmine Schiavone, infatti, aveva confessato che dalla Germania e dal nord Italia partivano camion carichi di agenti chimici tossici che riversavano il loro contenuto nella provincia di Frosinone.

Ti sarà facile capire come mai gli abitanti della zona siano ormai esasperati da questa situazione.

Le conseguenze sulla salute

Aumento di tumori a pleura e vescica per gli uomini, all'utero e al seno per le donne. Lo ha certificato già nel 2004 il rapporto Mortalità e ricoveri ospedalieri dei residenti nella Valle del Sacco del dipartimento di Epidemiologia della Asl di Roma E. E i numeri che presentava erano impressionanti. La percentuale dei ricoveri poteva aumentare anche fino al 250%. I pazienti con leucemia erano diventati il 200% in più, nel giro di meno di 10 anni.

Ad oggi, la situazione non è migliorata. Lo denunciano gli stessi cittadini di Ceccano a Striscia la Notizia: nella valle del Sacco si continua a morire, anche in giovane età.

La domanda che ti avrà martellato in testa fin dalle prime righe di questo articolo è: ma di chi è la colpa? Come ti dicevo, non si possono ancora sapere i nomi delle fabbriche sequestrate, ma come spesso accade non esiste un solo colpevole. Aziende che per risparmiare sullo smaltimento di rifiuti non si fanno scrupoli a riversarli in un fiume, persone che dovrebbero controllare che per una ragione o per l'altra non lo fanno a dovere, bonifiche millantate e mai avvenute sul serio.

Ecco perché è così importante il tuo impegno nella raccolta differenziata: perché se il tuo rifiuto raggiunge il fiume, nessuno riuscirà più a toglierlo.