L’Ue annuncia l’obbligo di pannelli solari dal 2025 su immobili pubblici e commerciali. Dal 2029 varrà per tutti i nuovi edifici

L’Unione Europea fa un passo avanti sulla strada della transizione energetica. Dal 2025 su tutti gli edifici pubblici e commerciali sarà previsto l’obbligo di installare pannelli solari. Stessa cosa varrà per i nuovi edifici residenziali, ma a partire dal 2029. A prevedere tutto questo è il piano RepowerEu, pensato per ridurre la dipendenza Ue dai combustibili fossili russi. L’obiettivo è raddoppiare la quota di fabbisogno Ue prodotto da rinnovabili, facendola da passare dal 22 al 45% entro il 2030.
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Michele Mastandrea 24 Maggio 2022

Indipendenza energetica, come ottenerla nel modo giusto. Nonostante il piano RePowerEu contenga al suo interno alcuni aspetti non certo positivi, come ad esempio i nuovi investimenti in impianti legati alle fossili, devi sapere che la Commissione Europea ha proposto una norma molto positiva per l'ambiente. Se confermata, avrà un rilevante impatto nel lungo periodo.

Dal 2025, infatti, secondo la proposta della Commissione, ogni nuovo edificio pubblico o commerciale dovrà dotarsi di pannelli solari per soddisfare il suo fabbisogno di elettricità. Dall'anno successivo invece, anche quelli già esistenti dovranno adeguarsi.

In entrambi i casi, la normativa varrà per gli immobili con un'area utile maggiore di 250 metri quadri. Stessa cosa accadrà dal 2029 per tutti i nuovi edifici costruiti a scopo residenziale.

Gli obiettivi europei

La decisione serve a permettere la crescita dal 40 al 45% della quota di energia prodotta da rinnovabili in Unione Europea nel 2030, obiettivo previsto nel RepowerEu. Attualmente la quota è del 22%, con la maggior parte dei consumi che deriva dai combustibili fossili. Si decide così di sposare una delle grandi possibilità offerte dallo sviluppo delle fonti rinnovabili: soddisfare parte del nostro bisogno di energia tramite impianti diffusi e poco impattanti.

Non è ancora abbastanza per fare a meno di grandi parchi eolici e fotovoltaici, almeno con le tecnologie esistenti. Ma è un passo nella giusta direzione, che comprende anche lo sviluppo delle comunità energetiche. L'obiettivo europeo è quello di raddoppiare l'energia prodotta da rinnovabili, arrivando a 600 Gw di potenza prodotta da qui al 2030.

Puntare su batterie e distribuzione

In Italia un passo importante in questo senso si è fatto con il Dl Energia, che ha permesso di velocizzare le installazioni di impianti fotovoltaici anche sui tetti dei centri storici. Una soluzione che potrebbe allo stesso tempo avere un impatto positivo sull'ambiente, farti risparmiare in bolletta e ridurre fortemente, se applicata su vasta scala, la nostra dipendenza dall'energia prodotta in altri Paesi.

Chiaramente bisognerà investire il più possibile in batterie più potenti, così come su reti intelligenti di distribuzione dell'energia. Così da fare fronte all'eventuale mancanza di sole, attraverso l'utilizzo dell'energia prodotta e accumulata in precedenza. Inoltre, per rendere ancora più potente il cambiamento, servirà investire molto sulle pompe di calore, un sistema di riscaldamento e raffreddamento ancora poco diffuso. Ma che permette di fare a meno del gas e di sfruttare l'energia elettrica anche nella climatizzazione.

Non mancano però i limiti, e i problemi da risolvere. L'Unione Europea al momento ha un'estrema dipendenza da Paesi come la Cina per quanto riguarda la produzione di pannelli e batterie. Si tratta di un ostacolo da affrontare a livello di strategia industriale comunitaria, per evitare di trovarci in difficoltà di fronte a nuovi problemi di politica internazionale.