Un violoncello contro la pista da bob di Cortina d'Ampezzo. È la singolare protesta del maestro Mario Brunello, che si è recato nei pressi del cantiere per suonare in difesa dei larici secolari che saranno abbattuti per la costruzione dell'impianto. Un gesto di profonda sensibilità artistica e ambientalista che ha acceso i riflettori sulla polemica che da tempo investe il progetto olimpico.
Mario Brunello, violoncellista di fama internazionale, ha deciso di dare voce a chi non ne ha: gli alberi. Le note del suo violoncello hanno risuonato nel bosco di Ronco, quasi a implorare pietà per uno scempio che si sta consumando in nome di un'opera che molti considerano inutile e dannosa.
La polemica sulla pista da bob di Cortina è accesa da tempo. Da un lato, i sostenitori dell'opera sottolineano l'importanza dell'evento olimpico per la promozione del territorio e lo sviluppo economico. Dall'altro, gli oppositori evidenziano i costi elevati (oltre 120 milioni di euro), l'impatto ambientale e la scarsa utilità della pista dopo le Olimpiadi.
Il gesto di Brunello si inserisce in questo dibattito con una forza evocativa dirompente. La musica diventa un grido di dolore per la natura ferita, un appello alla coscienza di chi ha il potere di decidere il futuro di questo territorio. La protesta di Brunello non è solo un atto simbolico, ma un invito a riflettere su un modello di sviluppo che privilegia le grandi opere faraoniche a discapito dell'ambiente e del benessere delle comunità locali.
In un momento storico in cui la crisi climatica è sempre più urgente, la vicenda di Cortina diventa un paradigma di una scelta di campo: da una parte la difesa del Pianeta e delle sue risorse, dall'altra la logica del profitto e del consumo a breve termine.
La musica di Mario Brunello ha dato voce a una parte di montagna che rischia di essere sacrificata sull'altare di un evento sportivo. Un monito che ci invita a ripensare il nostro rapporto con la natura e a scegliere un futuro più sostenibile e rispettoso del pianeta.
Le parole di Brunello sono chiare: “È una richiesta di pietà per uno scempio che sta avvenendo in questo bosco di Ronco per un'improbabile pista di bob. Con un po' di musica ho provato a dare a loro una voce, a esprimere una richiesta di pietà, proprio adesso che abbiamo bisogno del loro aiuto per questo pianeta”.
Un messaggio che non può essere ignorato. La scelta di cosa fare del bosco di Ronco e della pista da bob di Cortina non è solo una questione locale, ma riguarda tutti noi. È la scelta del futuro che vogliamo per il nostro pianeta.
Fonte | ANSA