Cortina d'Ampezzo

Milano-Cortina 2026 e i dubbi sulla pista da bob: avrebbe un impatto ambientale inaccettabile

Ci sono diverse polemiche sulla ristrutturazione della pista da bob a Cortina in vista delle Olimpiadi 2026: impatto ambientale, costi crescenti e bando deserto mettono a rischio il progetto.
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Roberto Russo 15 Agosto 2023

I Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026, ma una delle strutture cruciali, il Cortina sliding center, sta affrontando un'impasse che rischia di mettere a rischio il successo dell'evento.

L'impianto dovrebbe ospitare le gare di bob, slittino e skeleton, tuttavia al momento i lavori di ristrutturazione non sono nemmeno iniziati, gettando dubbi sulla possibilità di completarli entro il dicembre 2024, termine fissato per l'organizzazione delle Olimpiadi. Non si tratta solo di questo, anche l'efficacia dell'impianto e il suo impiatto sull'ambiente generano dubbi.

Le polemiche sulla pista da bob a Cortina

Oltre alle sfide logistiche, in molti hanno sottolineato il preoccupante impatto ambientale di questa struttura. La deforestazione di oltre 25mila metri quadri di vegetazione, necessaria per aprire spazio alla nuova pista, e il prelievo di oltre tremila metri cubi di acqua dalle già sofferenti riserve idriche locali per formare il ghiaccio sollevano interrogativi sull'aderenza dell'intero progetto agli obiettivi di Olimpiadi “sostenibili”. Inoltre, l'uso di sostanze chimiche per i lavori e per la refrigerazione della pista aumenterebbero ulteriormente l'impatto negativo sull'ambiente.

Anche i cittadini di Cortina sono sempre più preoccupati. Secondo un sondaggio del Comitato Civico Cortina condotto nell'agosto 2021, il 60% degli abitanti ritiene che l'impatto ambientale sia eccessivo. La situazione mette in luce anche la sfida di bilanciare l'eredità storica della pista, dedicata alla leggenda del bob italiano Eugenio Monti, con le reali esigenze e i costi ambientali associati alla ristrutturazione.

Le alternative

Le alternative a questa situazione sono state discusse, ma ognuna presenta le proprie sfide. Una soluzione proposta è quella di spostare le gare di bob, slittino e skeleton a Cesana, in Piemonte, utilizzando l'impianto costruito per le Olimpiadi di Torino 2006. Tuttavia, questa opzione è stata respinta dal Comitato organizzatore.

Un'altra possibilità sarebbe utilizzare l'impianto di Igls, in Austria, riducendo così l'impatto ambientale e risparmiando risorse, ma questo potrebbe essere interpretato come un segno di incapacità da parte dell'Italia nell'adeguare la propria infrastruttura alle esigenze olimpiche.

Tra carenza di tempo e impatto ambientale

La sfida ora è trovare una soluzione in tempi ristretti. I lavori di ristrutturazione necessitano di 807 giorni complessivi, e il Comitato Olimpico Internazionale vuole che tutti gli impianti siano pronti entro il 2024 per i test di affidabilità. La Società infrastrutture Milano Cortina 2026 sta cercando aziende per la ristrutturazione tramite una procedura negoziata, ma il reale impegno di queste aziende è ancora incerto.

La situazione della pista da bob di Cortina rappresenta dunque un ostacolo significativo sulla tabella di marcia verso le Olimpiadi Invernali 2026. Mentre il tempo per trovare una soluzione si restringe, sarà cruciale bilanciare le esigenze dello sport e dell'organizzazione con l'impatto ambientale e la sostenibilità a lungo termine.