Miriam Martinelli: 16 anni, gli scioperi del clima e l’amore per l’ambiente gridato in un megafono

Una giovanissima attivista, della stessa età di Greta e con la sua stessa passione per l’ambiente. Da febbraio, Miriam ogni venerdì scende in piazza della Scala, a Milano, e partecipa attivamente al Climate Strike. Tanto da essere ormai un vero e proprio punto di riferimento nella battaglia per il clima.
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Sara Del Dot 3 Maggio 2019

Ha solo 16 anni, Miriam Martinelli, ma ha già capito perfettamente qual è il proprio posto nel mondo. Sin dai primi giorni di febbraio ha iniziato a partecipare ogni venerdì al Climate Strike in piazza della Scala e ben presto è diventata una dei portavoce del movimento Fridays for Future Milano. La sua passione per l’ambiente e la natura emerge già dai primi secondi della nostra intervista telefonica, quando la voce del suo pappagallo, Luce, invade la nostra conversazione. Oltre a Luce, Miriam si occupa anche di due gatte raccolte dalla strada e un cavallo salvato dal macello. E, ripeto, ha solo 16 anni. La stessa età di Greta.

Miriam, da dove nasce la tua passione per l’ambiente?

Credo che sia la mia natura da sempre. Sono sempre stata molto affezionata agli animali, alle piante e all’ambiente in generale, anche se un ruolo importante sicuramente l’ha avuto una donna, una signora che gestiva un centro estivo in una cascina, che sin da quando avevo 7 anni mi ha sempre sensibilizzato sui problemi climatici ed ecologici, ne abbiamo sempre parlato. Da allora fino ad oggi io ho sempre continuato a informarmi, a parlarne e a sensibilizzarmi.

Tu oggi sei una dei portavoce del Fridays for Future Milano. Qual è stato il tuo percorso nel movimento?

Ho iniziato a scioperare il primo di febbraio. Quando sono scesa in piazza la prima volta ero una dei pochissimi giovani presenti, perché prima del 15 marzo erano quasi tutti adulti e anziani. Appena sono arrivata mi hanno dato in mano un megafono e abbiamo organizzato sul momento un piccolo corteo, una specie di flash mob in piazza della Scala. Essendo una dei più giovani sono stata sempre molto coinvolta all’interno del movimento. Dopo il 15 marzo hanno iniziato ad aggiungersi davvero tanti altri ragazzi.

L’Assemblea costituente si è tenuta a Milano. Cosa ne pensi, è stata utile? Era necessaria?

Sì. Infatti mentre prima non avevamo delle vere e proprie regole e linee guida, durante l’assemblea siamo riusciti a stilarle e soprattutto a capire che la vera forza di questo movimento deriva dal fatto che ci organizziamo a livello locale. Inoltre finalmente siamo riusciti a incontrarci, a scambiare idee, a conoscerci direttamente dopo esserci parlati soltanto in chat.

Che attività fate a Milano durante i Climate Strikes?

Abbiamo iniziato a fare delle lezioni in piazza, così non possiamo più essere accusati di parlare di cose di cui non sappiamo nulla. Ma abbiamo anche cominciato a organizzare delle biciclettate che funzionano meglio dei cortei, perché anche se siamo pochi possiamo comunque stare in mezzo alla strada, rallentare le auto, infastidire il traffico.

Quando sei andata a Roma hai visto Greta? Come è stato vederla, essere lì con lei?

Appena ho visto Greta ho pensato che dal vivo sembrava ancora più giovane, più bambina rispetto alle foto. È davvero impressionante pensare che una ragazzina così sia riuscita a fare tutto questo. Quando ci siamo presentate è stato molto bello, perché le ho detto che venivo da Milano e lei mi ha risposto “Milano, che bello! Siete riusciti a portare 100.000 persone!”. È stata una grande soddisfazione.

Pensi che la sua presenza durante un Climate Strike abbia cambiato la percezione che gli altri hanno di voi?

Beh di sicuro ha dato più risalto all’Italia. Anche perché noi, con più di 400.000 studenti siamo stati il Paese con una delle partecipazioni maggiori nel Global Climate Strike, con Milano che è stata la prima piazza in Europa e la seconda a livello mondiale.

Secondo te cosa si dovrebbe fare di più per l’ambiente a livello istituzionale e individuale?

A livello istituzionale io non posso dare suggerimenti perché ho solo 16 anni e potrei anche dire castronerie. Posso però dire che c’è un gran bisogno che gli scienziati, gli ingegneri e gli economisti vengano ascoltati dai politici, c’è bisogno di boicottare tutte le multinazionali inquinanti dal punto di vista climatico ed ecologico, c’è bisogno che ci attiviamo non soltanto affinché gli altri facciano qualcosa ma affinché noi stessi facciamo qualcosa. Ad esempio riducendo i nostri consumi, mangiando meno carne, mangiando meno derivati animali, riducendo l’energia che consumiamo nelle case… Perché partire dall’individuo è molto molto importante.