Mondiali in Qatar: l’aria climatizzata a 20 gradi negli stadi pesa sulla crisi energetica (e climatica)

Tra le polemiche che hanno colpito in questi mesi la Coppa del Mondo 2022, l’ultima è quella che riguarda gli sprechi energetici: anche quando fuori il caldo è tollerabile, l’organizzazione della competizione ha deciso di attivare l’aria condizionata e abbassare la temperatura a 19-20°C.
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Martina Alfieri 23 Novembre 2022

Nonostante l’Italia non partecipi ai Mondiali di calcio 2022, sui media sentirai spesso parlare nelle prossime settimane della manifestazione organizzata per la prima volta in Qatar soprattutto per le polemiche a sfondo ambientale che sta suscitando.

L’ultima tra queste riguarda gli immensi consumi energetici che stanno avvenendo per consentire di mantenere la temperatura a 19-20°C all’interno degli stadi nel deserto, utilizzando l’aria condizionata.

Mentre alle nostre latitudini sta arrivando il primo freddo, in Qatar, piccolo emirato che ospita quest’anno la competizione, la temperatura è ancora piuttosto mite (con minime di 17-19°C e massime di 28-30°C), ma comunque tollerabile per il Paese, in cui sarebbe stato impossibile – a causa del caldo estremo – giocare le partite durante l’estate.

Gli organizzatori, però, pare che in questi giorni abbiano sentito la necessità di abbassare di diversi gradi la temperatura negli stadi (scoperti) utilizzando il “cooling system” – il sistema di raffreddamento – progettato dall’ingegnere dell’Università di Doha Saud Abdulaziz Abdul Ghani ribattezzato “Dr. Cool”.

Ghani avrebbe riempito gli stadi di "bolle microclimatiche controllate” che avvolgono ogni spettatore con bocchette sono posizionate sotto i sedili, e che coprono il campo con bocchette d'aria sono posizionate tutt’intorno.

La Coppa del Mondo del Qatar si è autoproclamata più volte “carbon free”, e lo stesso sistema di raffreddamento è dichiarato dipendere per gran parte dall’energia solare.

Proprio il mese scorso, però, un report di Carbon Market Watch ha mostrato che la situazione non è così chiara: “Oltre alle emissioni di gas serra associate alla costruzione degli stadi, anche il loro utilizzo comporta uno sfruttamento di energia intensivo. In un Paese come il Qatar, dove il 99% dell'elettricità è generato da infrastrutture alimentate a combustibili fossili, l'impatto dell'utilizzo degli stadi può essere elevato. Secondo un rapporto, le emissioni legate al funzionamento di uno stadio, basate sulla media dei quattro stadi da 40.000 posti dei Mondiali di calcio 2022 rappresentano tra il 22,8% e il 38,4% delle emissioni totali del ciclo di vita degli stadi”, spiega il report Poor tackling: Yellow card for 2022 FIFA World Cup’s carbon neutrality claim. “Questo dato esclude le emissioni derivanti dal raffreddamento dello stadio, che sono molto legate alle emissioni di carbonio dovute alla generazione di energia, in particolare in questo Paese”.

Inoltre secondo Le Monde, che riprende i dati della compagnia elettrica nazionale Kahramaa, il 60-70% dell'elettricità totale prodotta in Qatar sarebbe destinata proprio al raffreddamento.

Pesano inoltre sull'ambiente e sullo spreco idrico: ogni campo da calcio richiede addirittura 10.000 litri d’acqua al giorno per l’irrigazione.

In piena crisi energetica, dunque, i Mondiali del Qatar appaiono sempre di più come una grande contraddizione.