Un calcio al pallone e pure al clima: i Mondiali in Qatar causeranno diversi problemi ambientali

Dalla mancanza d’acqua alla costruzione di sette stadi in un’unica città, fino ai pendolari in aereo: la promessa degli organizzatori di una Coppa del Mondo carbon neutral non sarà mantenuta.
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Gianluca Cedolin 31 Ottobre 2022

Poco tempo fa ti abbiamo parlato di come l'utilizzo dell'acqua per irrigare i campi da calcio dei Mondiali in Qatar rischi di diventare un bel problema ambientale: in una regione caratterizzata da grave mancanza idrica, ogni stadio ha bisogno di circa 10mila litri d'acqua ogni giorno per bagnare il prato.

La realtà è che l'acqua è solo una parte dei danni ambientali causati dal Mondiale che partirà tra meno di un mese in Qatar.

Gli organizzatori avevano annunciato che questa sarebbe stata la prima Coppa del Mondo carbon neutral, cioè con le emissioni limitate per quanto possibile e, in caso contrario, compensate. L'impegno è giusto e importante, ma quasi sicuramente sarà disatteso.

Un report di Carbon market watch, una no-profit che lavora con l'Unione europea, ha esaminato i documenti degli organizzatori e ha concluso che le emissioni previste sono state di molto sottostimate. «Nonostante la mancanza di trasparenza, le prove suggeriscono che le emissioni di questa Coppa del Mondo saranno notevolmente superiori a quanto previsto dagli organizzatori, ed è improbabile che i crediti di carbonio acquistati per compensare queste emissioni abbiano un impatto sufficientemente positivo sul clima», dicono gli autori.

La promessa di un Mondiale di Calcio carbon neutrale con molta probabilità sarà disattesa

In particolare, si legge nel report, l'impronta ambientale della costruzione dei nuovi stadi è stata sottostimata. Nonostante il Qatar sia un paese in cui il calcio è uno sport in crescita a livello di investimenti, attenzione e risultati (la nazionale qatariota ha vinto la coppa d'Asia nel 2019), è difficile immaginare un futuro in cui abbia avuto senso edificare sette nuovi stadi nella sola Doha.

Cemento, emissioni e morti sul lavoro (certificati da importanti inchieste internazionali), il tutto finanziato spesso con i soldi derivanti dal petrolio, sono gli ingredienti per non mantenere le promesse climatiche e trasformare Qatar 2022 in una manifestazione molto controversa.

A essere surreale è poi la decisione in sé di organizzare un Mondiale in Qatar, paese con scarso rispetto dei diritti civili e inadatto a livello ambientale a ospitare la Coppa del Mondo. In questi giorni, a meno di un mese dall'inizio della manifestazione, le temperature superano spesso i 30°C: caleranno un po', è vero, ma già il fatto che tutti gli stadi abbiano i bocchettoni di aria condizionata a bordocampo la dice lunga.

Un altro dei tanti aspetti da non sottovalutare è quello degli spostamenti: alloggiare a Doha per il periodo del Mondiale sarà quasi impossibile, tanto che molte persone hanno deciso di alloggiare nei vicini paesi del golfo e di arrivare a Doha solo per i giorni delle partite in aereo.

«L'immenso volume di voli navetta dai paesi vicini mina ulteriormente l'affermazione degli organizzatori secondo cui avere così tanti stadi concentrati in una piccola area geografica aiuterebbe a ridurre le emissioni legate ai viaggi aerei». Insomma, il Mondiale deve ancora iniziare, ma le promesse ambientali e climatiche sembrano già state disattese.