C’è una parte del cervello che finora non abbiamo esplorato più di tanto perché meno interessante dove invece sembra succeda veramente qualcosa.
Ci sono dei “segnali importanti” che meritano di essere indagati perché forse potrebbe aiutarci a capire meglio determinate malattie che coinvolgono il cervello stesso.
Un nuovo studio della Vanderbilt University di Nashville, negli Stati Uniti, ha scoperto che quando un individuo compie un’azione, nella materia bianca vi sono segnali elettrici esattamente come avviene nella materia grigia.
La distinzione è fondamentale perché la cosiddetta materia grigia è costituita da cellule nervose che elaborano le sensazioni e controllano i movimenti volontari, dal camminare al parlare, dall’apprendimento alla cognizione.
Si tratta del motore del nostro organismo ed è per questo che ha sempre attirato l’attenzione di gran parte della scienza.
La materia bianca invece è costituita da assoni e ha sostanzialmente il compito di collegare le cellule cerebrali tra loro e con il resto del corpo. Ed è sempre stato sottovalutata perché i suoi segnali hanno un’energia inferiore rispetto ai segnali della materia grigia e quindi sono più difficili da distinguere rispetto al rumore di fondo del cervello.
Per provare a fare luce su quella che, di fatto, costituisce metà del nostro cervello, i ricercatori della Vanderbilt University hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per provare a osservare eventuali cambiamenti nella materia bianca mentre i soggetti del test svolgevano compiti come muovere le dita.
I risultati descritti sulla rivista Pnas hanno rivoluzionato ciò che fino a oggi conoscevamo sul cervello. Sì, perché le analisi hanno dimostrato che quando le persone a cui viene eseguita la scansione del cervello eseguono un compito, i cosiddetti "segnali BOLD" aumentano nella sostanza bianca. Aumentano cioè i segnali dipendenti dal livello di ossigenazione del sangue, un indicatore chiave dell’attività cerebrale.
“Non sappiamo cosa significhi. Sappiamo solo che sta succedendo qualcosa. C’è davvero un segnale potente nella sostanza bianca” ha spiegato Kurt Schilling, PhD, professore assistente di ricerca di Radiologia e Scienze Radiologiche al VUMC e primo autore della ricerca. Schilling ha poiribadito quanto sia importante continuare nella ricerca perché disturbi come l’epilessia e la sclerosi multipla interrompono la “connettività” del cervello e ciò suggerirebbe che sta succedendo qualcosa nella sostanza bianca.
Fonte | "Whole-brain, gray, and white matter time-locked functional signal changes with simple tasks and model-free analysis" pubblicato il 12 ottobre 2023 sulla rivista Pnas