Come funziona la neve artificiale e perché non è sostenibile: qual è l’impatto ambientale

Durante i mesi invernali, nelle località in alta quota, capita sempre più spesso di dover fare ricorso agli impianti di produzione di neve artificiale per consentire alle comunità montane di portare avanti le proprie attività turistiche, consentendo agli avventori di sciare e trascorrere del tempo sulla neve. Ma che dispendio energetico comporta la neve artificiale, e che impatto ha sull’ambiente e sulla popolazione? Ci ha aiutato a capirlo l’ingegnere Andrea Boghetto.
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Francesco Castagna 17 Gennaio 2024

L'inverno apre le porte alla stagione sciistica. Se negli ultimi decenni si è parlato di "settimana bianca", ora le abitudini sono cambiate: i single, le coppie o le famiglie per vivere a ogni costo questa esperienza si concedono anche solo un weekend sulla neve. Così i proprietari degli impianti di risalita già dai primi di dicembre cominciano ad attrezzarsi in attesa dell'arrivo dei turisti. Alcuni hanno dei resort, altri delle Spa ad alta quota, altri ancora dei semplici rifugi di montagna. Le località da sci sono un vero e proprio svago dalla vita metropolitana, dove la gente è spesso immersa nel caos del traffico o presa dagli impegni di tutto il giorno. Non c'è niente di meglio quindi che andare a rilassarsi, magari facendo anche attività fisica.

Se nell'ultimo decennio non è ancora stata stravolta questa tradizione, della quale abbiamo anche dei ricordi cinematografici grazie ai Cinepanettoni, di sicuro molte cose sono cambiate profondamente. Come sappiamo dai dati di Legambiente infatti, il 90% delle strutture sciistiche utilizzano neve artificiale per far funzionare i propri impianti. Ne deriva un impiego di risorse idriche naturali non indifferente, oltre che di energia. Dal dossier Alpi del WWF emerge che serve un metro cubo di acqua per produrre in media dai due ai due metri cubi e mezzo di neve artificiale. Se il manto nevoso non è naturale la consistenza della neve è diversa, più concentrata e quindi meno facile da sciogliere se esposta ai raggi solari; un metro cubo di neve artificiale infatti ha un peso pari a 350 chilogrammi, mentre la neve naturale pesa soltanto tra i 70 e i 100 chilogrammi.

Insomma, la neve artificiale è a tutti gli effetti energivora. Produrla infatti richiede l'impiego di diversi elementi: i generatori di neve, l'acqua liquida per produrla, le torri di raffreddamento e i cannoni sparaneve. Ma qual è la differenza tra la neve naturale e quella artificiale?

La differenza tra neve artificiale e naturale

La neve tarda sempre di più ad arrivare (sempre che arrivi davvero), sono ormai soltanto un ricordo i tempi in cui facevamo l’albero di Natale e scartavamo i regali mentre fuori dalla finestra i fiocchi di neve ricoprivano le strade. Ultimamente, a dicembre, le strade sono asciutte, gli slittini restano confinati in garage in attesa che arrivi gennaio o, sempre più spesso, febbraio.

Eppure i vari esercizi turistici montani non possono assolutamente permettersi di rinunciare a uno o addirittura due mesi di lavoro. I mesi invernali, infatti, sono quelli su cui gran parte delle attività in alta quota contano per rimanere in piedi. Fortunatamente, come sappiamo, c’è sempre la tecnologia su cui contare. E infatti, con l’avvento dei primi freddi si può facilmente fare ricorso gli impianti di produzione di neve artificiale, in modo tale da permettere a tutti gli avventori, se non il fuoripista selvaggio, almeno qualche discesa in serenità.

Ma come funziona esattamente questa neve artificiale? Come viene realizzata e qual è il suo impatto sul territorio? È davvero una risposta alla crisi della neve oppure si tratta di un eccessivo consumo in termini di energia e risorse? In questo articolo cercheremo di capirlo insieme.

La neve artificiale si crea immettendo in tubazioni e in macchine di produzione della neve acqua in pressione e aria compressa. Chiaramente è difficile stabilire quale sia il consumo energetico di questa produzione, perché dipende a quale quota è disponibile l’acqua. Mi spiego meglio: se l’acqua si trova disponibile in quota, il consumo energetico è molto più ridotto rispetto al caso in cui l’acqua sia disponibile nel fondovalle, situazione in cui deve essere pompata per grossi dislivelli fino alle quote delle piste. Quindi non è possibile fornire indicazioni di consumi energetici che siano attendibili e veritieri in ogni situazione. È chiaro che negli ultimi anni la produzione di neve artificiale è stata protagonista di un’enorme evoluzione tecnologica che ha consentito di ottimizzare la resa e migliorare l’efficienza in ogni campo. Il progresso ha permesso di guadagnare molto in termini di risparmio energetico.

La neve naturale invece è meno resistente ai raggi solari, questo vuol dire che si scioglie più rapidamente rispetto a quella creata appositamente. La sua composizione presenta, rispetto a quella artificiale, meno quantità di aria per metro cubo. La neve naturale per questo pesa circa 100 chilogrammi per metro cubo, contro i 300-500 per metro cubo di quella tecnica. In ultimo, la neve naturale cade sottoforma di stella esagonale, mentre quella artificiale si presenta sotto forma di piccoli grani.

(Scritto da Sara Del Dot il 19 gennaio 2019;
modificato da Francesco Castagna il 17 gennaio 2024)

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