Non solo Venezia: in Italia ci sono altri 12 siti Unesco che rischiano di essere sommersi entro il 2100

Una ricerca tedesca ha individuato 13 siti sparsi sul territorio nazionale, inseriti dall’Unesco nell’elenco dei patrimoni dell’umanità, che potrebbero essere colpiti da eventi climatici estremi e in particolare dall’aumento del livello medio del mare entro la fine di questo secolo. Oltre alla città lagunare, corrono i rischi maggiori Ferrara e Aquileia.
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Federico Turrisi 15 Novembre 2019

Le immagini impressionanti dell'acqua alta a Venezia sono un colpo al cuore. Una della città più belle del mondo (se non la più bella) sta affogando. E la colpa non è del maltempo. La colpa è dei cambiamenti climatici. E quindi nostra. Venezia è in buona compagnia. Insieme a lei, a causa dell'innalzamento del livello del mare, rischiamo di perdere siti dal valore artistico e culturale inestimabile.

Torna dunque di attualità una ricerca, pubblicata nell'ottobre dello scorso anno sulla rivista Nature Communications, condotta dai ricercatori dell'Università di Kiel, in Germania, che ha valutato il rischio di inondazione entro il 2100 per 49 siti Unesco localizzati in zone costiere del mar Mediterraneo. I risultati sono inquietanti: 37 rischiano di essere allagate parzialmente entro la fine del secolo e 42 risultano già oggi in pericolo a causa dell'erosione costiera. Il numero più alto si registra in Italia, con 13 siti in totale, seguita da Croazia e Grecia. Per il 2100 il rischio di alluvione può aumentare fino al 50% e quello di erosione dovuta all'innalzamento del livello del mare del 13% in tutta la regione mediterranea.

Gli studiosi hanno elaborato una scala di rischio che va da 0 a 10, e le prime posizioni sono occupate proprio da tre siti italiani: Venezia e la sua Laguna, Ferrara città del Rinascimento e l’area archeologica e la Basilica patriarcale di Aquileia, in Friuli Venezia Giulia. Gli altri siti della Penisola che rientrano nella classifica presentano un rischio minore e sono:

  • Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto;
  • Portovenere, le Cinque Terre e le isole di Palmaria, Tino e Tinetto (Liguria);
  • Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli a Genova (Liguria);
  • Piazza del Duomo di Pisa (Toscana);
  • Costiera Amalfitana (Campania);
  • Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata (Campania);
  • Centro storico di Napoli (Campania);
  • Città di Siracusa e la necropoli di Pantalica (Sicilia);
  • Città tardo barocche della Val di Noto (Sicilia).

Conviene dunque che le amministrazioni pubbliche e gli enti preposti alla tutela di questi tesori corrano ai ripari al più presto, elaborando strategie di adattamento adeguate. Non vogliamo più vedere Venezia in queste condizioni.

Fonte | "Mediterranean UNESCO World Heritage at risk from coastal flooding and erosion due to sea-level rise" pubblicato su Nature Communications il 16 ottobre 2018