Oltre un terzo dell’Amazzonia è in pericolo: colpa del consumo di suolo, degli incendi e della siccità

L’azione combinata delle attività umane e del surriscaldamento globale sta portando a una crisi della grande foresta pluviale che supera le previsioni. Secondo un nuovo studio già 2.5 milioni di km2 avrebbero perso la loro resilienza, cioè la capacità di resistere e adattarsi ai cambiamenti.
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Martina Alfieri 30 Gennaio 2023

Sfruttata dall’uomo e minacciata dalla crisi ecologica, la grande foresta pluviale dell’Amazzonia è sempre più fragile. Secondo un nuovo studio, la situazione è peggiore rispetto alle previsioni: già oltre un terzo della superficie forestale – circa 2.5 milioni di km2 – si sarebbe indebolita fino a perdere la sua capacità di reagire e sopravvivere ai cambiamenti.

Gli autori della ricerca, pubblicata su Science, hanno analizzato l’impatto dei diversi fattori che interferiscono con il benessere del polmone verde del Pianeta. Ciò che hanno dimostrato è che “i cambiamenti antropogenici (generati dall’uomo) si stanno verificando molto più rapidamente rispetto ai cambiamenti ambientali naturali del passato”.

L'estrazione di legname non è l’unica causa della deforestazione: la vegetazione viene distrutta – spesso attraverso incendi dolosi – per fare spazio anche a miniere e terreni agricoli. A loro volta, i cambiamenti climatici  contribuiscono al degrado degli habitat con l’aumento della siccità, che rende gli incendi ancora più violenti e devastanti.

Per i ricercatori, oggi fino al 38% della maggior foresta tropicale al mondo non sarebbe più in grado di regolare il clima e generare precipitazioni, immagazzinare carbonio, e offrire sostentamento alle popolazioni indigene e alla biodiversità.

Già nel 2022 l’Amazonian Network of Georeferenced Socio-environmental Information aveva lanciato un allarme difficile da ignorare, dichiarando che gran parte dell’Amazzonia era persa per sempre.

Dopo quattro anni di governo Bolsonaro, durante i quali l’Amazzonia ha subito danni senza precedenti, il neoletto presidente Luiz Inácio Lula da Silva dà nuova speranza, promettendo di impegnarsi per una politica “deforestazione zero”. Proprio a gennaio è partito il primo progetto di riforestazione promosso dal governo Lula.

Come spiegano gli autori dello studio, però, non sarà sufficiente agire per contenere i danni diretti delle azioni umane per salvare l’Amazzonia, ma sarà necessario arginare anche i cambiamenti climatici. Il solo aumento della siccità, infatti, riduce fino al 34% la capacità della foresta di resistere agli incendi e rigenerarsi.