Uno dei problemi del periodo storico in cui viviamo è certamente la cementificazione, fenomeno che contribuisce ad aumentare i livelli di inquinamento in città, dal momento che gli alberi si riducono in favore degli edifici (impossibilitati, così, a depurare l'aria, oltre che a rinfrescare il terreno con la loro ombra).

Alcuni architetti e alcune architette hanno quindi provato ad applicare il principio della fotosintesi clorofilliana proprio a loro, agli edifici, per ribaltare la situazione e portare benefici alle città garantendo delle unità abitative ecologiche, sostenibili e soprattutto depuranti. Uno di questi edifici-albero è arrivato a Milano: si chiama Open336, si trova in Bicocca e ora ti spieghiamo come funziona.

Il primo palazzo che cattura CO2 per rilasciare ossigeno

A progettare Open 336, il primo palazzo di Milano pensato come un albero per depurare la zona in cui sorge, è stato lo studio di architettura Park Associati (su commissione della società statunitense Barings Real Estate con Savills Investment). La sua realizzazione è terminata nei mesi scorsi ed è stato inaugurato il 28 settembre 2022.

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Come funziona

Il principio è proprio quello della fotosintesi clorofilliana, che permette alle piante – di giorno – di catturare l'anidride carbonica presente nell'aria per rilasciarla sottoforma di ossigeno pulito.

Sfruttando una innovativa tecnologia applicata all'architettura, Open336 riesce a filtrare l'anidride carbonica nell'atmosfera (otto volte rispetto a ciò che gli alberi farebbero naturalmente) per restituire aria più pulita e più ricca di ossigeno, contribuendo così ad abbattere le emissioni e rientrando in questo modo tra gli edifici Net Carbon Zero.

Dove si trova

Questo innovativo edificio si trova in zona Bicocca, a Milano, e più precisamente in viale Sarca, vicino al Pirelli Hangar Bicocca. Lo si riconosce perché ha una colorazione rossastra e per la struttura modernamente classica, geometrica e regolare. A sette piani (di cui due interrati dedicati ai parcheggi), è immerso nel verde del quartiere e sugli ultimi livelli presenta un'ampia terrazza panoramica sulla città.

Esteticamente accattivanti (ma anche intelligentemente sostenibili dato che controllano la diffusione del calore del sole) sono le vetrate che si susseguono nella struttura in fibrocemento, che grazie al colore rossastro-aranciato ricorda i vecchi edifici in mattoni di questo quartiere un tempo metalmeccanico.

Come scrivono i responsabili del progetto, al suo interno si troveranno diversi spazi lavorativi e l'edificio in sé contribuirà a rendere il quartiere una zona particolarmente vivibile e sostenibile, una città del futuro che non guarda solo alla funzionalità del momento, ma agli sviluppi futuri e alla salute del pianeta (e della città, in primis).

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