Ostriche a New York: perché potrebbero essere la soluzione alle alluvioni estreme

Le ostriche possono svolgere un ruolo importante nella lotta alla crisi climatica e ai suoi eventi estremi avversi. Questi molluschi, infatti, sono efficacissimi a filtrare l’acqua da inquinanti e sostanze tossiche e funzionano anche molto bene anche come barriere protettive verso la costa.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 18 Ottobre 2024

Prelibate, gustose ma anche estremamente utili contro le conseguenze più dirette della crisi climatica.

Può sembrare difficile da credere parlando di ostriche, ma devi sapere che questi molluschi non hanno un ruolo di primo piano solo sulle nostre tavole ma anche tra le soluzioni naturali che città e paesi mettono in campo contro gli effetti di alluvioni e inondazioni.

Le stesse, per esempio, che in queste settimane stanno devastando gli Stati Uniti e in particolar modo lo stato della Florida, colpito in maniera devastante dall’uragano Milton e dai suoi danni senza precedenti.

Ostriche e crisi del clima, dicevamo. Questi molluschi, quando si stabiliscono in gruppo lungo scogliere o piloni sommersi oppure dentro vere e proprie strutture progettate ad hoc, sono efficacissimi sia nelle azioni di pulizia e filtraggio dell’acqua da inquinanti e sostanze tossiche ma funzionano molto bene anche come frangiflutti e barriere protettive verso la costa.

Per questo proprio gli Usa e molte città costiere come New York per lungo tempo si sono servite anche di questa strategia naturale per affrontare la furia delle tempeste o le conseguenze delle inondazioni.

Non a caso, infatti, di fondamentale importanza è il “Billion Oyster Project”: un’iniziativa che mira al ripristino delle barriere naturali attraverso l'uso delle ostriche, sempre più minacciate da pesca selvaggia e dai livelli eccessivi di inquinamento.

Perché le ostriche sono utili per le alluvioni?

Le ostriche sono molluschi affascinanti, e non solo perché sono una prelibatezza culinaria o perché hanno un ruolo cruciale per la sopravvivenza degli ecosistemi marini, ospitando nelle loro colonie diverse specie acquatiche.

Sono così interessanti anche perché da tempo la scienza ne ha scoperto le potenzialità come alleato contro il cambiamento climatico. Le ostriche, per esempio, possono contribuire concretamente alla pulizia delle acque.

Forse non lo sapevi, ma un singolo esemplare di ostrica mentre si nutre è in grado di filtrare fino a 180 litri di acqua al giorno, rimuovendo sedimenti e sostanze inquinanti tra cui l’azoto che, quando in eccesso, favorisce la proliferazione di alghe che impoveriscono l'acqua di ossigeno e creano "zone morte”.

In gruppo o in colonie, poi, le ostriche possono creare delle vere e proprie barriere capaci di attenuare la forza delle onde, contrastando così gli effetti dei processi di erosione delle coste ma aiutando anche a proteggere le infrastrutture dalle inondazioni e dagli effetti delle tempeste.

Un metodo antico

Progetti come il Billion Oyster Project americano testimoniano non solo l’importanza delle ostriche ma anche l’urgenza di un loro ripristino.

Nella baia di New York, per esempio, questi molluschi hanno una storia antichissima, che risale a centinaia di anni fa quando erano così abbondanti che venivano vendute per strada o esportate in altre colonie e nei Caraibi. Per lungo tempo le barriere di ostriche hanno aiutato a mitigare i fenomeni di inondazione e gli effetti delle tempeste ma con il tempo qualcosa è cambiato.

L’aumento della popolazione e l’industrializzazione, con il conseguente aumento dei livelli di inquinamento portò però a una graduale e costante scomparsa di questi molluschi. Le ostriche, come ti ho accennato prima, mentre mangiano filtrano anche l’acqua ma un’esposizione continua ed eccessiva a sostanze inquinanti ne ha ridotto drasticamente la sopravvivenza.

Tra le cause di questo spopolamento devi tenere in considerazione poi anche il sovrasfruttamento e la pesca intensiva di questi molluschi, così come gli effetti a lungo termine dello sviluppo urbano lungo le coste.

Un circolo vizioso drammatico che ci ricorda, una volta di più, cosa vuol dire vivere in un ecosistema dove ogni singolo elemento è collegato con gli altri, giusto?