Parma è la città più sostenibile in Italia, seguono Milano e Venezia

La mobilità sostenibile come servizio rivolto principalmente al cittadino. Sempre più città rincorrono l’obiettivo di svilupparsi in questo senso e in Italia, Parma conquista il podio, anche grazie al nuovo Piano Urbano.
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Gaia Cortese 22 Ottobre 2018

Aree pedonali e zone a traffico limitato, servizi di sharing mobility e un sistema di trasporti pubblici che funzioni, sono le basi per una città che voglia guardare al futuro e sviluppare una mobilità sostenibile. E città che sono già un ottimo esempio di quello che significa in concreto "eco-mobilità", ce ne sono già diverse. A San Francisco, per esempio circolano autobus ibridi elettrici e più del 50% degli autobus MUNI e dei binari leggeri sono a emissioni zero, mentre in Canada, Vancouver  punta a diventare entro il 2020 la città più verde, operando sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla diffusione di edifici verdi in tutta la città. E in Italia?

Il XII Rapporto "Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città", elaborato da Euromobility con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha recentemente fotografato le principali 50 città italiane: i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e i capoluoghi di Provincia con una popolazione superiore ai centomila abitanti.). Cosa ne è emerso?

Parma, prossima a un investimento di oltre un milione di euro per la messa in sicurezza e l’ampliamento della rete ciclabile cittadina

Sul podio viene consacrata la città di Parma, seguita da Milano e da Venezia. Quello che ha fatto Parma è stato l'adottare quello strumento di governo della mobilità che è il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), oltre a diffondere sul territorio un'opportuna dotazione di aree pedonali e Ztl, trasporti pubblici a basso impatto e un'ampia offerta di servizi di sharing mobility. Non solo. Parma guarda al futuro ed è prossima a investire un milione e 170 mila euro per la messa in sicurezza e l'ampliamento della rete ciclabile cittadina con uno schema di convenzione con la Regione Emilia Romagna. Questa sì, che è mobilità sostenibile.

Milano primeggia per il servizio di bike sharing con ben 4.650 bici a disposizione dei cittadini. L'offerta di bike sharing si sviluppa su due tipi diversi di servizio: quello station-based, basato su stazioni fisse dove prelevare e riconsegnare il veicolo e quello free floating, dove le biciclette vengono prenotate tramite un'App e possono essere rilasciate liberamente all'interno dell'area del servizio, presso una qualsiasi rastrelliera pubblica o in luoghi che non ostacolino il traffico pedonale e dei veicoli.

Il bike sharing a Milano si sviluppa sul servizio station–based e su quello free floating

Secondo il rapporto di Euromobility, nelle principali 50 città italiane è invece in aumento (+0,8%) il tasso di motorizzazione (si attesta a 59,3% in linea con il dato nazionale, che fa registrare un incremento ulteriore, +1,2%); aumenta il numero di veicoli a basso impatto, soprattutto GPL, che raggiungono complessivamente il 9,46% dei veicoli in circolazione, e di quelli ibridi ed elettrici che aumentano del 45%.

Poche speranze per la qualità dell'aria. Dopo un miglioramento registrato nel 2016 grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli verificatesi, l'aria subisce un leggero peggioramento: sono solo 20 le città che rispettano tutti i limiti della normativa, contro le 23 del 2016. Che cosa dire del car sharing? Riscuotono sempre meno successo i servizi convenzionali, cioè quelli in cui l’utente preleva e riconsegna i veicoli in parcheggi ben definiti, mentre i servizi “a flusso libero” (free flooting), in cui il prelievo e la riconsegna possono avvenire in qualsiasi punto all’interno dell’area prevista dal servizio, piacciono un po' di più per questioni di fruibilità e di comodità.