Pene più severe per chi inquina: finalmente è in arrivo il disegno di legge “Terra Mia”

Il tempo per alcune rifiniture e il nuovo disegno di legge dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri per il via libera. Andrebbe a modificare in parte il testo unico in materia ambientale, imponendo una stretta sugli ecoreati. Tra le misure previste c’è anche il “Daspo ambientale”, ovvero un provvedimento di allontamento per chi inquina il territorio.
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Federico Turrisi 7 Ottobre 2020

Nei piani originari del Ministero dell'Ambiente la nuova normativa in materia ambientale sarebbe dovuta entrare in vigore già da tempo, ma dopo diversi rinvii siamo forse giunti a un punto di svolta (Covid-19 permettendo). Stiamo parlando di un disegno di legge a cui tiene particolarmente il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, che lo ha ribattezzato "Terra Mia", in omaggio al cantautore Pino Daniele. Una legge che, come scrive lo stesso ministro sulla sua pagina Facebook, vuole "avere il pugno duro con chi inquina e al tempo stesso premiare chi, a volte con tanta difficoltà, invece lavora onestamente".

Stando a quanto dichiarato da Costa ai microfoni di Radio24, il testo ha bisogno ancora di qualche piccola rifinitura e tra una decina di giorni dovrebbe essere posto all'esame del Consiglio dei Ministri. Una volta ottenuto il via libera, la palla passerà alle due Camere per l'avvio dell'iter legislativo di approvazione. E anzi, il ministro Costa auspica che il Parlamento abbia un ruolo determinante per arricchirla ulteriormente.

La normativa dunque è ancora un grande cantiere aperto. Ma che cosa prevede il ddl Terra Mia? In sostanza, la nuova legge andrebbe in parte a modificare il testo unico in materia ambientale (decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152), con l’inasprimento delle disposizioni penali per chi inquina; possiamo dire che rappresenta una sorta di evoluzione della legge 68/2015 sugli ecoreati (legge che il ministro Costa conosce molto bene, avendoci avuto a che fare in passato in qualità di Generale di brigata dei Carabinieri forestali).

Nel dettaglio, troviamo il passaggio da illecito amministrativo a illecito penale per l'abbandono di rifiuti da parte di privati e l'applicazione di sanzioni per chi brucia rifiuti in maniera illecita anche nei depositi autorizzati o nei cassonetti. Viene inoltre ampliato il catalogo delle fattispecie dei reati ambientali "presupposto" (ossia quella tipologia di reati che rappresenta la condizione per la commissione di un altro reato): vengono inseriti quelle di incendio boschivo, di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, di omessa bonifica e di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.

Lo scopo del Ddl non è soltanto quello di punire più severamente gli inquinatori, ma è concepito anche per facilitare le bonifiche dei siti inquinati, soprattutto di quelli per i quali non è possibile risalire al diretto responsabile della contaminazione (i cosiddetti siti orfani). Infine, tra le principali novità ci sarebbe l'introduzione di un "daspo ambientale", ovvero di un provvedimento di allontanamento dai luoghi in cui sono stati commessi reati contro l’ambiente nei confronti dei soggetti responsabili ritenuti pericolosi.