Pepe Mujica: il presidente esempio di coraggio e umiltà

Un modello di lotta, audacia e umiltà. È questo Josè Mujica, l’ex presidente Uruguayano che ha fatto della sobrietà il proprio stile di vita e di governo, e che ancora oggi è un’ispirazione per tutte le classi politiche del mondo.
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Sara Del Dot 24 Febbraio 2019

È stato uno dei presidenti più conosciuti e ammirati al mondo. Il motivo? Aver donato il 90% del proprio stipendio alle persone più bisognose, oltre a rinunciare alla residenza presidenziale e anche alla scorta. Josè Alberto Mujica Cordano, presidente dell’Uruguay dal 2009 al 2015, ha vissuto per tutta la durata del suo mandato con uno stipendio di soli 485 dollari al mese, abitando in una fattoria dove coltiva fiori assieme alla moglie Lucìa Topolansky (vicepresidente del Paese dal 2017) e al suo cane. La sua parola d’ordine? Sobrietà. E, di conseguenza, felicità. Ma la sua storia inizia molto prima.

Nato da genitori immigrati negli anni 30 in un Uruguay in forte espansione, Josè (ormai conosciuto come Pepe) manifestò un forte interesse politico sin da giovane, probabilmente influenzato anche dallo zio materno, e negli anni Sessanta aderì al neonato movimento di Liberazione Nazionale dei Tupamaros, un gruppo armato che si ispirava alla rivoluzione cubana. A causa delle sue attività rivoluzionarie, in un clima dittatoriale come quello dell’Uruguay sotto il comando di Juan Marìa Bordaberry, Mujica trascorse quasi 15 anni in carcere, di cui 12 in totale isolamento, imprigionato in un pozzo sotterraneo. Una volta ristabilita la democrazia costituzionale nel Paese,venne liberato grazie a un’amnistia e pochi anni dopo fondò, assieme ad alcuni Tupamaros, il Movimento di Partecipazione Popolare, all’interno della coalizione Fronte Ampio. Nel 2005 venne eletto Ministro dell’allevamento guadagnandosi l’affetto e la stima del popolo, e nel 2009 si candidò alle elezioni. Il 25 ottobre, Josè Pepe Mujica venne eletto presidente dell’Uruguay.

Non sprecate la vita nel consumismo, trovate il tempo di vivere per essere felici.

Josè Mujica

Anche al potere, le sue idee rimasero rivoluzionarie come in passato. Grazie a lui, l’Uruguay ha potuto vivere passaggi fondamentali per i diritti civili del popolo, come il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, la legalizzazione delle droghe leggere per contrastare il narcotraffico e la depenalizzazione dell’aborto. Il Paese, inoltre, vide una generale diminuzione della povertà, e poté godere della guida di un presidente amato, ammirato e raccontato in tutto il mondo. Il suo mandato si concluse nel 2015, e Pepe sarebbe dovuto rimanere senatore per altri cinque anni, ma nell’estate del 2018 ha ufficializzato le proprie dimissioni portando come motivazione “stanchezza dopo un lungo viaggio”. L’idea alla base del pensiero di Pepe Mujica è che uno stile di vita sobrio, senza tanta ricchezza, comporta meno preoccupazioni e quindi una vita più felice. Quindi, la felicità è dietro l’angolo, basta saperla riconoscere e valorizzare.

La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica. Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile. Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà.