Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. Ha 31 giorni interamente dedicati a lui, perchè è il tipo di cancro più diffuso all'interno della popolazione femminile. Solo in Italia, ogni anno sono circa 55mila le donne che ricevono una diagnosi di questo tipo e devono, di conseguenza, intraprendere un lungo percorso di cure. Ma c'è anche un altro dato sul quale è bene porre l'accento: le probabilità di sopravvivenza sono ulteriormente aumentate. Un trend che emerge dall'ultimo report del Ministero della Salute e che trova conferma anche nello scenario statunitense, descritto dall'American Cancer Society in un'analisi pubblicata su A Cancer Journal for Clinicians.
Prima di tutto, è giusto precisare che stiamo parlando di sopravvivenza netta a 5 anni. Cosa significa?
Cinque anni è il tempo che deve trascorrere successivamente alla diagnosi di carcinoma alla mammella per poter dichiarare una paziente guarita oppure per poter affermare che la malattia è sotto controllo. L'aggettivo "netta" sta a indicare una sopravivvenza non imputabile ad altre contingenze se non al cancro. In altre parole, se la persona va incontro a decesso a causa di un incidente stradale, non rientrerà in questo conteggio.
Oggi il tasso di sopravvivenza per il tumore al seno, facendo quindi una media tra le diverse tipologie, ha raggiunto l'88%. Un punto percentuale in più rispetto allo scorso anno.
"Dalla fine degli anni novanta si osserva una continua tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8%/anno), attribuibile a una maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce (quindi all'anticipazione diagnostica) e anche ai progressi terapeutici", si legge sul documento del Ministero.
Dall'altro lato dell'Oceano, negli Stati Uniti, hanno constatato un calo della mortalità del 43% negli ultimi 30 anni, con circa 340mila diagnosi ogni anno.
Come già accennavamo all'inizio, il carcinoma alla mammella è la tipologia di tumore più diffusa all'interno della popolazione femminile. Arriva a coprire il 43% di tutte le diagnosi di neoplasia, secondo i dati Aiom-Airtum, seguito a distanza da colon-retto, tiroide ed endometrio. Anche se è importante ricordare che ogni anno si registrano tra le 300 e le 500 diagnosi riguardanti pazienti maschi.
Forse è proprio per questa ragione che è uno dei campi dove la ricerca ha ottenuto i successi più importanti. Nonostante i decessi siano ancora attorno ai 12.500 ogni anno, questo numero viene sempre più rosicchiato dalle nuove scoperte in materia di terapie o di test che possano diagnosticare con maggiore rapidità la presenza e la tipologia del tumore.
Più è precoce una diagnosi, maggiori sono le probabilità di sopravvivenza. In ogni regione è attivo un programma di screening che si rivolge generalmente alle donne tra i 50 e i 69 anni, ma che alcuni sistemi sanitari regionali hanno esteso fino a comprendere tutta la fascia 45-74 anni. Questi protocolli ti permettono di ricevere ogni due anni una mammografia gratuita, ovvero un esame radiologico della mammella che possa indentificare subito l'eventuale presenza di una massa sospetta.
In caso l'esito dell'esame faccia sorgere il dubbio, ti verranno prescritti ulteriori accertamenti tra cui un'ecografia e naturalmente una visita specialistica. Di norma, l'ultimo step prima della diagnosi è la biopsia del tessuto sotto osservazione, che consente di avere un responso definitivo sulla natura della formazione.
Ottobre infine è un mese speciale per la prevenzione. Diverse aziende sanitarie e ospedali, infatti, offrono una mammografia gratuita a donne che hanno superato i 40 o i 45 anni e che non rientrano ancora nell'iter di screening regionale. Un'ottima occasione quindi per informarti e verificare se questo servizio è previsto anche vicino a te.
Fonti| "In numeri del cancro in Italia 2021", pubblicato dal Ministero della Salute il 29 settembre 2022; "Breast Cancer Statistics, 2022" pubblicato su A Cancer Journal for Clinicians il 3 ottobre 2022;