Non ci vuole molto per accorgersi che la nostra terra non sta bene. Come se avesse la febbre. Le temperature continuano a salire, insieme ai periodi – sempre più lunghi – senza pioggia. Questi sono i chiari segnali di un fenomeno di cui sentiamo parlare da tempo: il riscaldamento globale.
"Il pianeta si è scaldato come media globale di 1.1 gradi", ci spiega Stefano Caserini, professore di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano e fondatore del sito climalteranti.it. Un riscaldamento di questo tipo non si vedeva da migliaia di anni. Per tenere sotto controllo il fenomeno e prenderne coscienza il Centro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ha creato l'app Monitoraggio degli eventi estremi che, tramite una mappa interattiva, permette di monitorare gli eventi meteorologici estremi che colpiscono l'Italia. È la prima raccolta completa di informazioni e classificazione degli eventi estremi e permette di visualizzarne il trend di aumento in frequenza e intensità.
Quello che devi sapere è che per "cambiamenti climatici" si intendono le variazioni a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici. Queste variazioni possono avvenire in modo naturale, ma dal 19esimo secolo in poi dipendono principalmente dalle attività umane. "Ci siamo presi almeno un ventennio di emissioni, in particolare la CO2": prendiamo dal terreno carbone, petrolio e gas, li bruciamo per produrre energia e scarichiamo nell'atmosfera – "come fosse una discarica" – grosse quantità di CO2 che vale "almeno l'80% del problema del riscaldamento globale".
Ma non è sicuramente l'unico fattore di criticità. Infatti, un altro aspetto è quello legato alla deforestazione. Come emerge da alcune analisi condotte dal WWF, negli ultimi 30 anni la superficie forestale a livello mondiale si è ridotta di oltre 420 milioni di ettari, con un ritmo, che dal 2010, è di circa 4,7 milioni di ettari all’anno. E questo diventa preoccupante dal momento in cui un minor numero di alberi significa un minor assorbimento di CO2 . Quello che abbiamo fatto, quindi, è alterare l'effetto serra naturale "in modo gigantesco".
"Il cambiamento climatico sarà un fattore di disuguaglianza in un mondo già disuguale" perché colpisce in modo diverso in base alle zone del mondo: un contadino della fascia Subsahariana avrà ricadute molto più grosse sulla possibilità di alimentarsi, rispetto a noi occidentali.
Il riscaldamento globale crea problemi all'ambiente, in quanto mette in pericolo moltissimi ecosistemi e specie animali. Crea problemi all'uomo, perché un aumento così forte delle temperature può essere rischioso per la salute, "soprattutto per i più anziani". E crea problemi ai paesi intesi in senso giuridico. Devi sapere, infatti, che il riscaldamento globale è uno dei temi cardine dell'Accordo di Parigi, patto sul clima giuridicamente vincolante che impone di limitare l’aumento medio delle temperature sotto i 2 gradi, impegnandosi a mantenerlo entro 1,5 °C. Le temperature a cui siamo arrivati sono preoccupanti perché si avvicinano sempre più a queste cifre. "Per rispettare questo accordo, nella situazione in cui ci troviamo, servono cambiamenti drastici nel nostro stile di vita", specifica il Prof. Caserini.
Agire significa ridurre la combustione di fonti fossili.
Seppur si deve ricordare che "non basta l'azione singola per cambiare le cose" in quanto si tratta di un fenomeno globale che necessita un cambio di paradigma su scala mondiale, ci sono piccoli accorgimenti che ognuno di noi può avere nella quotidianità per contrastare questo fenomeno, riassunti nella campagna ActNow delle Nazioni Unite. Cambiare piccole abitudini, infatti, può fare una grande differenza. I nostri stili di vita hanno un profondo impatto sul nostro pianeta: circa due terzi delle emissioni globali di gas serra sono legate alle abitazioni private. I settori dell'energia, dell'alimentazione e dei trasporti contribuiscono ciascuno per circa il 20% alle emissioni dello stile di vita.
Il nostro atteggiamento può fare la differenza!