Riscaldamento globale: cos’è e da cosa è causato esattamente? Facciamo chiarezza

La temperatura media della terra è aumentata di circa un grado negli ultimi 150 anni e, nelle previsioni peggiori, potrebbe raggiungere i +7 gradi entro il 2100, con effetti catastrofici sul pianeta. E, in gran parte, i responsabili siamo noi.
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Gianluca Cedolin 17 Febbraio 2020

Ultimamente sentirai parlare un po’ meno di riscaldamento globale, perché si preferisce la più ampia formula cambiamento climatico per indicare le fluttuazioni di una o più variabili legate al clima. Possiamo dire che la dicitura cambiamento climatico includa quella di riscaldamento globale, tendenza quest’ultima di cui abbiamo iniziato a discutere solo negli anni ’80, anche se era in atto da ben prima. Di sicuro, il riscaldamento globale è una cosa vera, reale, che ha sì parziali cause naturali, ma sono soprattutto quelle antropiche, dovute cioè all’attività dell’uomo, ad aver influito maggiormente, come la totalità della comunità scientifica riconosce da tempo.

Cosa s'intende per riscaldamento globale

Con riscaldamento globale intendiamo l’innalzamento della temperatura media superficiale della terra. Secondo l’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica, tra il 1880 e oggi la temperatura media è aumentata fino a 0,95 gradi centigradi. Variazioni così rapide possono essere molto pericolose per la sopravvivenza degli ecosistemi, e si traducono in fenomeni come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai, la perdita di biodiversità, la riduzione della barriera corallina e della resa dei raccolti agricoli, ma anche in eventi climatici estremi più frequenti (dalle alluvioni alle ondate di calore). Cento scienziati, coordinati dal Consiglio nazionale della ricerca scientifica francese, nel 2019 hanno elaborato un modello secondo cui, nello scenario peggiore (utilizzo indiscriminato di energie fossili), l’aumento della temperatura media potrebbe raggiungere i 7 gradi entro la fine del secolo.

Le cause naturali

Come detto, nel corso della storia della Terra ci sono stati (e ci sono) fattori naturali che hanno determinato delle variazioni climatiche, portando il pianeta ad attraversare ere glaciali e periodi di riscaldamento. Le cause principali sono i mutamenti dell’assetto orbitale del pianeta, ma anche le variazioni nelle emissioni solari e il naturale effetto serra dell’atmosfera. Si tratta comunque di fenomeni che avvengono a scale temporali nettamente diverse rispetto alla velocità dei cambiamenti indotti da cause antropiche.

Le cause antropiche

La scienza, come detto, riconosce unanimemente l’influenza delle nostre attività sull’impennata della temperatura media degli ultimi 150 anni. I fattori principali con cui abbiamo contribuito al riscaldamento globale (e stiamo, purtroppo, continuando a farlo) sono le continue emissioni di gas serra nell’atmosfera, innanzitutto, ma anche i cambiamenti della superficie terrestre, come la deforestazione, o l’incremento dell’allevamento e dell’agricoltura intensivi.

Basta che tu guardi questo grafico in cui si sovrappongono la linea dell’andamento della temperatura media con quella della concentrazione di CO2 nell’aria per capire che, dalla rivoluzione industriale in poi, l’uomo è il primo responsabile del riscaldamento globale. Gli accordi sul clima di Parigi imponevano di contenere l’aumento della temperatura mondiale entro i 2 gradi, ma il numero è stato rivisto: per non andare incontro alla catastrofe, bisogna contenerlo entro 1,5 gradi.

Per raggiungere questo obiettivo, bisognerebbe arrivare a zero emissioni entro il 2050, una soluzione oggi purtroppo difficilmente ipotizzabile. Mezzo grado potrebbe sembrarti un’inezia ma, come ha detto l’Ipcc, aumentando da 1,5 a 2 gradi la temperatura, cambia drasticamente lo scenario: +70% di fiumi esondati, niente acqua per il doppio delle persone, morte certa per la barriera corallina, innalzamento del livello del mare di 10 centimetri in più.

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