La pesca sanguigna o sanguinella è un frutto antico, che si può gustare nelle estati più calde a fine agosto, altrimenti per tutto settembre. Ha una polpa rossa, dolcissima, e si conserva molto bene per lunghi periodi ed è un frutto tardivo significa, dunque, che si può quindi consumare anche a stagione finita.
Si contraddistingue per una polpa molto rossa che ricordo appunto il colore del sangue: per questo, come puoi intuire, è chiamata pena sanguigna o sanguinella. È originaria della Francia anche se oggi è diffusa praticamente in tutta Italia, dove viene consumata con grande abbondanza sia per il suo gusto sia per le proprietà che la caratterizzano.
Sì, perché la pesca sanguigna è ricche di fibre, di vitamine e di importanti concentrazioni di sostanze antiossidanti, come gli antociani.
La pesca sanguigna è una pesca molto particolare, caratterizzata da una polpa rossa, molto simile al sangue. È considerato un frutto antico, perché in letteratura se ne trova traccia già nel 1500, ed è originaria della Francia ma oggi è diffusa un po’ in tutta Italia. È presente soprattutto del territorio emiliano, nella provincia di Parma, dove alcuni attribuiscono a Maria Luigia il merito di averla introdotta, in quello toscano e umbro.
La nota vermiglia della sua polpa è dovuta alla presenza di antociani, pigmenti antiossidanti presenti nei fiori e nei frutti, che determinano la colorazione (variabile dal rosso al blu).
L’albero è medio basso. In genere fiorisce tra la seconda e la terza decade di marzo e matura tra la seconda e la terza decade di settembre. I frutti sono piccoli e hanno un peso medio che si attesta intorno agli 80 grammi.
I valori nutrizionali di tutti i tipi di pesche sono simili. Qui trovi i dati relativi a 100 grammi, ma una porzione media di frutta corrisponde a circa 150 grammi, che equivalgono a due sanguinelle.
Le pesche sanguinelle sono un frutto interessante, perché ti permettono di godere della bontà di una delizia estiva, per quasi tutto l’autunno, sfruttandone tutte le proprietà e i benefici. Sono a basso contenuto calorico e ricche di fibre, quindi ideali per mantenere un peso sano ma anche per favorire il transito intestinale. Sono poi ricche di vitamina A, vitamina C e potassio.
A differenze di altre varietà, le pesche sanguigne contengono dosi maggiori di antiossidanti, proprio come gli antociani che ne determinano il colore. Sono importanti per contrastare l’azione dei radicali liberi. Si ritiene anche che siano ottimi per prevenire o ridurre il rischio di glicemia alta e di infiammazione vascolare associata all’aterosclerosi, migliorando la circolazione e la pressione sanguigna, ma possono anche avere effetti positivi sul colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL).
Le pesche, in generale, sono frutto un po’ “difficile”, perché purtroppo altamente allergizzante. Possono scatenare quello che viene definito sindrome orale allergica, che si manifesta quando il sistema immunitario scambia determinati alimenti per pollini o erbe che causano "vere" allergie. I sintomi sono bruciore o prurito in bocca, labbra gonfie, gola irritata, naso chiuso o che cola. Non sono note interazioni farmacologiche con questo frutto.
Le pesche sanguinelle sono un ottimo frutto da mangiare al naturale, magari a merenda o alla fine del pasto. Sono anche ideali per preparare delle marmellate, delle macedonie o per essere aggiunte a pezzi allo yogurt. Vengono chiamate anche pesce da vino, un po’ perché questo color sangue ricorda a volte alcuni rossi corposi e poi perché molto buone immerse nel vino bianco.
Fonte | AlimentiNUTrizione
(Articolo scritto da Valentina Rorato il 21 settembre 2021
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 30 aprile 2024)