Punto da un’ape, un uomo di 55 anni si ritrova con il suo pungiglione conficcato nell’occhio

Sul New England Journal of Medicine è stato descritto il rarissimo caso di un uomo con il pungiglione di un’ape conficcato nell’occhio destro dopo la puntura. È successo negli Stato Uniti, nel stato di Philadelphia.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Luglio 2024
* ultima modifica il 04/07/2024

Farsi pungere da un’ape o una vespa è un evento abbastanza frequente, conta che solo in Italia ogni anno almeno 5 milioni di persone vengono presi di mira da questi insetti.

È in base al punto in cui infilzano il pungiglione, semmai, che si comincia a parlare di storia più o meno rara. Se il bersaglio diventa l’occhio, per esempio, siamo già di fronte a qualcosa di incredibile.

Quanto successo nello stato americano di Philadelphia tuttavia va oltre la rarità ed entra di diritto nelle pagine del New England Journal of Medicine perché oltre ad essere stato colpito nell’occhio, un uomo statunitense di 55 anni si è ritrovato con il pungiglione di un’ape addirittura conficcato nel bulbo oculare.

I rischi, come puoi immaginare, sono tanti. Con loro forma a uncino, i pungiglioni possono tagliare il tessuto dell’occhio creando seri danni alla vista ma allo stesso tempo vi rilasciano all’interno anche concentrazioni di veleno favorendo quindi l’insorgenza di infezioni e reazioni avverse.

Appena subita la puntura, l’uomo si è recato in un pronto soccorso locale per provare a risolvere il problema ma il personale medico non è riuscito a rimuovere tutto il pungiglione, rimasto incastrato proprio nell’iride che nel giro di due giorni ha cominciato a dare segnali di instabilità.

Sotto, nella morsa delle pinzette, vedi il minuscolo pungiglione che era rimasto conficcato nel bulbo oculare di un uomo di 55 anni. Photo credit: NEJM.

I vasi sanguigni hanno iniziato a sanguinare e l’uomo oltre a un grande dolore non riusciva più a vedere tanto bene dall’occhio destro: a malapena riusciva a contarsi le dita.

Così si è rivolto in fretta agli oculisti del Wills Eye Hospital che attraverso una tecnica con del colorante fluorescente hanno illuminato la cornea dell'occhio infiammato per poi ritrovare con un microscopio specializzato un piccolo oggetto perforante incastonato nel tessuto trasparente tra l'iride e la sclera, la parte bianca dell’occhio.

Utilizzando poi delle pinze finissime, simili a quelle impiegate dai gioiellieri, sono riusciti ad estrarre il resto del pungiglione dall’occhio dell’uomo, che è stato poi sottoposto a terapie con medicinali antibatterici e steroidi.

Solo dopo cinque lunghi mesi la sua vista è finalmente migliorata, tornando quasi ai livelli di prima: prima dell’incontro ravvicinato con il pungiglione di un’ape.

Fonte | "Ocular Bee Sting" pubblicato il 22 giugno 2024 sulla rivista New England Journal of Medicine 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.