Quali cibi ti fanno mangiare di più?

Il motivo per cui non riesci a “darti una regolata” a tavola potrebbe essere nascosto anche nel tipo di cibo che consumi abitualmente. Quello iperpalatabile può essere un acerrimo nemico della sana alimentazione. Sai quali cibi corrispondono a questa descrizione?
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Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
14 Agosto 2023 * ultima modifica il 14/08/2023

Immagino possa esserti capitato: la tua fame non è sempre uguale. In alcuni periodi divoreresti anche le gambe del tavolo, in altri per saziarti ti basta molto meno. Ci credi che potrebbe dipendere anche da quello che mangi? Alcuni cibi, infatti, ci fanno mangiare di più, aumentando il rischio di eccedere e, di conseguenza, di ingrassare o di aumentare i rischi per la nostra salute.

È anche colpa dei cibi iperpalatabili

Quest'anno il fenomeno è tornato a far parlare di sé in seguito alla pubblicazione sulla rivista scientifica Nature Food di uno studio che ha associato il consumo dei cosiddetti cibi iperpalatabili a un aumento delle energie assunte con il cibo, indipendentemente dal tipo di alimentazione seguita. Gli autori dello studio in questione, guidati da Tera Fazzino dell'Università del Kansas (Stati Uniti), hanno dimostrato che oltre alla densità energetica del pasto (cioè quanto è calorico, in media, ogni grammo del pasto consumato) e la velocità alla quale viene consumato, anche la quantità di cibi iperpalatabili aumenta la quantità di energie assunte.

In un'epoca storica in cui, almeno in una gran fetta delle società occidentali, il cibo non è solo fonte di nutrimento ma anche di piacere, questo effetto può essere letteralmente controproducente, perché “iperpalatabile” significa, sostanzialmente, “talmente buono da essere irresistibile”. Dei motivi alla base delle difficoltà che puoi provare a non esagerare con questi cibi abbiamo già parlato in altre occasioni: è tutta colpa della “triade del gusto”, cioè del sale, degli zuccheri e dei grassi che solleticano le papille gustative e stimolano il cervello attivando gli stessi meccanismi di ricompensa che ti possono rendere dipendente da una droga.

Come accennato, non importa in quale modo cerchi di compensare il consumo di questi alimenti. Puoi seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati, a basso contenuto di grassi o basata prevalentemente su cibi non processati, ma stando ai dati analizzati da Fazzino e colleghi il rischio che corri mangiando cibi iperpalatabili è sempre lo stesso – e per di più è lo stesso che corri se, invece, la tua alimentazione è ricca dei tanto vituperati cibi ultraprocessati: mangiare di più.

Quali sono i cibi iperpalatabili?

Per riuscire a sfruttare al meglio questa informazione non devi però confondere la categoria dei cibi iperpalatabili con quella del cibo spazzatura. È stata la stessa Fazzino a precisare quali sono questi cibi iperpalatabili in un altro studio, questa volta pubblicato circa 3 anni fa su Obesity, la rivista scientifica dall'Obesity Society. All'epoca, Fazzino e colleghi sottolineavano come spesso la definizione di “cibo iperpalatabile” fosse puramente descrittiva; di norma, infatti questo tipo di cibo viene identificato con “il fast food”, “i dolci” e altre categorie generali di cibo considerato poco salutare. Capovolgendo il punto di vista, questo significherebbe, per esempio, che tutti i cibi in vendita nei fast food sono altamente palatabili; eppure, in questo tipo di ristoranti si possono mangiare anche insalate di verdura o petti di pollo grigliati – due pietanze che potrebbero non essere palatabili tanto quanto un bacon cheesburger. Addirittura, cibi non considerati di norma “spazzatura”, anzi, spesso apprezzati per una presunta salubrità (come alcuni mix di cereali, frutta secca e cioccolato) hanno le stesse caratteristiche di iperpalatabilità del cibo da fast food iperpalatabile.

Pensa che secondo le analisi di Fazzino e colleghi anche la pasta è un cibo iperpalatabile e persino alcuni prodotti a base di frutta possono esserlo! Potrebbe stupirti ancora di più il fatto che anche cibi che riportano in etichetta scritte come “senza grassi”, “senza zuccheri” o “senza sale” (addirittura la metà dei cibi di questo tipo analizzati da Fazzino e colleghi) hanno le caratteristiche dei cibi iperpalatabili.

Quello che devi tenere in considerazione è la combinazione degli ingredienti in questi cibi. Sono 3 i casi in cui un cibo può portarti a mangiare di più:

  1. quando fornisce più del 25% delle energie sotto forma di grassi e contiene almeno lo 0,30% di sodio in peso (gruppo “grassi e sodio”);
  2. quando fornisce più del 20% delle energie sotto forma di grassi e più del 20% delle energie sotto forma di zuccheri semplici (gruppo “grassi e zuccheri semplici”);
  3. quando fornisce più del 40% delle energie sotto forma di carboidrati e contiene almeno lo 0,20% di sodio in peso (gruppo “carboidrati e sodio”).

Per scoprire di quali si trattano, non ti resta che leggere (e interpretare) bene le etichette e le tue ricette – o farti aiutare dal tuo nutrizionista, che saprà indirizzarti verso le scelte migliori per ottimizzare la tua alimentazione di tutti i giorni e, se nel caso, la tua dieta dimagrante.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
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