
Ormai la domanda è diventata una sorta di tormentone, però non possiamo far altro che porci quesiti, dubbi su come sarà vivere in Italia nel 2100. Chiariamo, per quanto riguarda le condizioni climatiche, l'aumento delle temperature o del livello del mare. Insomma, quale sarà l'impatto del climate change in Italia nel 2100? Basteranno le politiche che si stanno cercando di approvare e attuare in questi anni a fermarlo?
Oltre le domande, però proviamo a dare anche qualche risposta, o meglio a illustrare alcune risposte che, in questo caso, ci fornisce ‘Climate Analytics‘. Si tratta di un sito d'analisi e mappatura che ci aiuta a fornire informazioni geograficamente più precise di quelle che si possono estrarre dai rapporti dell’Ipcc o dalle valutazioni macro-regionali (ad esempio, quelle sull’Europa mediterranea) a disposizione.
Iniziamo con la questione ‘livelli di temperatura‘. Sappiamo già che entro il 2100 l'aumento sarà di 3 gradi rispetto alle temperature attuali. Precisamente nel 2100, secondo dati di Climate Action Tracker, il Paese sarebbe 2,8°C più caldo, supererebbe la soglia dei 2°C tra il 2055 e il 2060 e quella degli 1,5°C tra 2035 e 2040, cioè al massimo tra 17 anni.
Volendo applicare il miglior modello di politiche climatiche presente nel report Ipcc invece l'Italia riuscirebbe nel 2100 a limitare i danni. Solo 1.6 gradi in più sarebbe l'aumento e il picco avverrebbe solo nel 2055.
Dopo aver parlato a livello macro di quel che saranno le condizioni climatiche nel nostro Paese da qui al 2100, adesso ci spostiamo a parlare delle singole regioni. Quali saranno quelle più esposte alla crisi delle temperature?
Secondo le previsioni fatte da Climate Analytics, le aree maggiormente esposte saranno quelle del Centro-Nord, sul versante adriatico. Mentre le isole maggiori, la Calabria e i versanti tirrenici di Campania, Lazio e Toscana vedrebbero incrementi più contenuti, massimo 0.5 gradi in più. Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto avrebbero gli aumenti più consistenti.
La piattaforma in questione, Climate Analytics, dà la possibilità anche di analizzare più correttamente le previsioni del futuro dell'Italia in base ai rischi fisici o cronici. Per fisici si intendono per esempio eventi naturali, alluvioni o incendi. Per cronici invece il consumo di suolo.
La notizia che si può apprendere da questo strumento è che i danni derivanti dalle alluvioni non dovrebbero diminuire in modo significativo se si dovessero contenere gli aumenti delle temperature entro 1.5 gradi.
Con +1,5 gradi quasi tutto il Nord dovrebbe guadagnare pioggia, mentre per il resto del paese i modelli non concordano. A +3 gradi, però, si arriva a perdite anche del 5-10% nel Nord-Ovest e tutto il Centro-Sud sprofonda anche con cali di oltre il 15%.