Quando anche la lotta contro il cambiamento climatico viene inquinata dall’azione dell’uomo

Si dice che il successo faccia male. Con la marcia per il clima, Greta si è portata a casa in modo ingiustificato critiche e offese da una parte di haters della rete, mentre lo spirito autentico con cui è nato il Fridays For Future è stato messo in crisi da chi forse ha voluto trarne una fonte di profitto. Altrimenti, perché chiedere 5 euro per aderire alla nuova associazione nata in una notte?
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Gaia Cortese 25 Marzo 2019

Oltre duemila piazze coinvolte, quasi due milioni di persone appassionate alla causa, 125 nazioni presenti. Sono i numeri del primo sciopero per il clima (ne è stato indetto un secondo per il prossimo 24 maggio). In poche parole un successo, non del tutto inaspettato però. E anche in Italia, hanno partecipato oltre quattrocentomila persone in quasi 200 città.

I Climate Strike organizzati tutti i venerdì a partire da questo inverno, hanno fatto da cassa risonanza a quello che era l’appello della giovane attivista Greta Thunberg: scendere in piazza e manifestare affinché i Governi passassero dalle parole ai fatti per risolvere l’urgenza dettata dal cambiamento climatico in atto. Siamo tutti partiti da questo. Da poco più di una ventina di persone riunite insieme a Greta di fronte al Parlamento svedese. Era il 4 gennaio.

Quello che poi è successo nel giro di solo due mesi lo abbiamo visto tutti. Non più sul profilo Instagram di Greta, ma sulle pagine dei principali quotidiani nazionali e nei servizi dei telegiornali di tutto il mondo. E mentre Greta ha iniziato ad attirare intorno a sé qualche hater (ingiustificato) di troppo, come si legge sul suo profilo Twitter, e come spesso accade quando la visibilità dà fastidio ai più invidiosi, anche il movimento del Fridays For Future in Italia ha dovuto fare i conti con qualcosa di inaspettato.

Si legge sulla lettera aperta divulgata dagli attivisti del Fridays For Future: "Nella notte tra l’8 e il 9 marzo scorsi una sola persona ha estromesso tutti gli amministratori delle pagine del movimento e ha pubblicato un video in cui decreta autonomamente la costituzione di un’associazione, chiamata “Futuro Verde”, lanciata ufficialmente dalla stessa pagina il 18 marzo, completamente in dissonanza con lo spirito libero e collaborativo del movimento. La persona responsabile di questo gesto ha tradito la fiducia del gruppo di lavoro formatosi fino a quel momento (di cui faceva parte e che era composto dai responsabili di diverse città italiane), e di migliaia di persone che continuano a seguire quei canali social pensando siano frutto di un lavoro condiviso".

Nella notte tra l’8 e il 9 marzo, a pochi giorni dal primo appuntamento con lo sciopero globale per il clima, gli amministratori delle pagine del Fridays for Future Italy si sono trovati estromessi dai canali nazionali, da un singolo membro del team che sostiene di aver avuto il diritto di farlo, in quanto, come si legge sull'articolo de Il Fatto Quotidiano: "La pagina Facebook era collegata al mio account Business Manager, mentre il dominio web è stato acquistato con la mia carta di credito. Ho rimosso gli altri admin e gli altri editor, perché ci siamo accorti di alcune cose che non andavano, nonostante stessimo discutendo da settimane”.

Non solo. Nello stesso momento in cui gli amministratori sono stati "allontanati", sulla stessa pagina social è stato pubblicato un video in cui l'autore dell'estromissione decreta autonomamente la costituzione di un’associazione, chiamata Futuro Verde, lanciata ufficialmente dalla stessa pagina il 18 marzo, in completa dissonanza con lo spirito del movimento.

Da parte loro, gli amministratori estromessi nei giorni sccessivi all'accaduto hanno concentrato i propri sforzi sull’organizzazione del 15 marzo, privilegiando la sfera concreta (attività locale in circa 200 città italiane per portare più persone possibili in piazza) e sulla sfera virtuale (canali social). Nel frattempo Futuro Verde invita tutti coloro che vogliono partecipare attivamente alle attività della nuova associazione a versare una quota di adesione di 5 euro cadauno.

Per contrastare azioni di questo tipo i referenti delle piazze italiane di Fridays For Future hanno annunciato un’assemblea nazionale costituente per una discussione democratica e partecipata, con lo scopo di creare un’organizzazione migliore e più definita, che non si discosti da quelle regole a cui il movimento internazionale si è sempre ispirato: apartiticità, pacifismo e pieno riconoscimento delle indicazioni scientifiche (rapporto 2018 I.P.C.C.), in vista della produzione di richieste e obiettivi condivisi a livello nazionale. I referenti del Fridays For Future segnalano le nuove pagine social: il sito fridaysforfutureitalia.it, la pagina Facebook, il profilo Instagram e il profilo Twitter.