Salinizzazione dei fiumi: un problema che dovresti conoscere

Un pericolo per la biodiversità e per l’agricoltura, legato al cambiamento climatico e influenzato dalla nostra attività, come ha spiegato a Ohga il fisico del Cnr Antonello Pasini.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gianluca Cedolin 1 Marzo 2021

Nelle acque dolci si concentra sempre, in natura, una piccola dose di ioni inorganici come il sale, attraverso fenomeni quali la disgregazione delle rocce, le precipitazioni o l'evaporazione dal mare, con il sale trasportato dalle correnti aeree. Il problema diventa quando, a questi meccanismi naturali, si aggiunge una salinizzazione derivante dall'azione umana, tale da alterare l'equilibrio: fiumi con una concentrazione salina troppo elevata, infatti, rendono difficile la vita ai pesci e alle piante acquatiche. Inoltre, i processi di salinizzazione rischiano spesso di rendere non potabile l'acqua delle falde acquifere. Di questo problema si discute ancora poco: ne abbiamo parlato con Antonello Pasini, fisico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ed esperto sull'argomento, scoprendo che il fenomeno ha a che fare con la crisi climatica.

Il nostro impatto sulla salinizzazione

Buona parte della salinizzazione si deve all'agricoltura: «L'acqua con cui irrighiamo non è distillata, ma contiene una quantità di sali: con il caldo, l‘acqua evapora, e nella terra rimangono solo i sali. Questo rende la terra incoltivabile e spesso va a salinizzare anche le falde acquifere». Il fenomeno avviene con più intensità nei terreni molti aridi, nei cui campi l'acqua evapora più facilmente e velocemente. È facile quindi capire il legame con il cambiamento climatico: «Con la desertificazione a cui andiamo incontro, non possiamo estrarre continuamente acqua, l'irrigazione ha un limite», ammonisce Pasini.

Un altro degli effetti del cambiamento climatico sulla salinizzazione dell'acqua dolce si verifica con il cosiddetto cuneo salino, spiegato così dal fisico: «Lungo le coste, a causa dell'innalzamento del livello del mare, arrivano più mareggiate. L'acqua del mare (salata) si incunea dentro la costa e salinizza le falde, prima di acqua potabile, rendendola non potabile». Altre attività umane che contribuiscono all'introduzione dei sali nell'acqua dolce sono i sistemi di deghiacciamento, con tonnellate di sale sparso per non far scivolare le persone e le auto che viene trasportato poi dalle correnti nei fiumi, l'utilizzo di fertilizzanti nell'agricoltura e l'urbanizzazione incontrollata vicino agli specchi di acqua dolce.

Gli effetti e le soluzioni

Gli effetti, come detto, possono essere devastanti per la biodiversità: «L'agricoltura ne risente e le piante acquatiche e i pesci ne soffrono molto: se si altera l'intervallo di salinità corretto, si elimina l'equilibrio osmotico, mettendo a rischio la sopravvivenza di alcune specie». Per combattere la salinizzazione, c'è un solo modo: «Combattere il cambiamento climatico», ribadisce Pasini, citando tutti i provvedimenti che ormai sappiamo andrebbero presi alla svelta in tema di emissioni, sfruttamento del suolo, agricoltura insostenibile, allevamenti, deforestazione. «Soluzioni come un desalinizzatore sarebbero solo delle toppe», efficaci forse per casi brevi e circoscritti, ma inutili per contrastare il fenomeno sul lungo periodo.