Sei spesso sei di malumore? Forse hai una carenza di triptofano

Precursore della serotonina, della melatonina e della niacina, il triptofano è un aminoacido essenziale raccomandato per equibrare gli stati emotivi, combattere ansia e malumore, ma anche per metabolizzare al meglio le energie nel tuo corpo. Soia, formaggi, carne e pesce gli alleati a tavola per evitarne una carenza.
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Gaia Cortese 25 Maggio 2020
* ultima modifica il 20/06/2023

È facile che tu abbia sentito parlare di quanto sia importante assumere determinati alimenti per il loro contenuto di triptofano.

Puoi fare quindi una scorpacciata di germogli di soia, semi di zucca e di sesamo, carne di tacchino e maiale, ma prima di questo dovresti almeno conoscere le principali ragioni per cui questo aminoacido è così fondamentale per il tuo organismo e sapere come non rischiare di esserne carente.

Cos'è il triptofano

Il triptofano è un aminoacido essenziale, ma è anche il precursore della serotonina, della melatonina e della niacina (vitamina B3). Vediamo meglio di cosa si tratta.

La serotonina è il cosiddetto ormone del buonumore, e il triptofano funge da neurotrasmettitore regolando l’umore e agendo sui neuroni. Se hai una carenza di triptofano, potresti avere una scarsa produzione di serotonina, avere problemi di malumore, insonnia, disturbi di ansia, ma anche di irritabilità.

La dose di triptofano consigliata va da 1 a 3 grammi al giorno.

La serotonina può essere convertita in melatonina, ecco perché se hai una carenza di triptofano, potresti iniziare ad avere qualche disturbo del sonno. La melatonina, infatti, è un ormone secreto dalla ghiandola pineale, o epifisi, posta al centro del cervello, che regolarizza il ritmo circadiano, oltre ad essere collegata al buon funzionamento del sistema immunitario.

La niacina invece ha un ruolo fondamentale per il corretto metabolismo energetico del tuo corpo, per il metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine. È un’alleata per la buona circolazione sanguigna, per la salute della pelle e delle mucose del tratto gastrointestinale. Insomma, se il triptofano è un precursore di questa preziosa vitamina, e lo è, meglio non rischiare di esserne carenti.

Il triptofano è un nutriente essenziale che non può essere sintetizzato dall’organismo, e per questo motivo, deve essere per forza di cose assunto tramite l’alimentazione o tramite integratori specifici. La dose  consigliata va da 1 a 3 grammi al giorno.

A cosa serve

Ricoprendo il ruolo di precursore della serotonina, della melatonina e della niacina, è chiaro come il triptofano serva a mantenere l'organismo in buona salute, a metabolizzare in modo corretto le energie nel corpo e a equilibrare l'umore. Il triptofano, infatti, viene raccomandato per contrastare la depressione, l’ansia e l’insonnia, ma anche a chi vuole smettere di fumare o a chi lamenta un deficit di attenzione, ha problemi di iperattività (ADHD) o è affetto dalla sindrome di Tourette. Infine, il triptofano è assunto da molti sportivi sotto forma di integratori alimentari per ottimizzare le proprie prestazioni sportive.

Dove si trova

Le principali fonti di triptofano sono i formaggi, i legumi, il pesce, il germe di grano, la carne di tacchino e di maiale, le uova e i semi. Come vedi, il triptofano si trova in diverse proteine di origine animale e vegetale, ma rispetto alle proteine che lo contengono, viene assorbito meno dall’organismo: questo perché il triptofano, a livello della membrana intestinale, non ha un "trasporto dedicato", ma deve condividerlo con altri aminoacidi. Se vuoi facilitarne l’assorbimento, c’è però una cosa che puoi fare: associarlo a un pasto ricco di carboidrati.

Controindicazioni

Viene sconsigliato l’uso di integratori a base di triptofano in caso di cirrosi epatica e nel momento in cui si assumono dei farmaci antidepressivi che agiscono sul livello di serotonina, perché potrebbe interferire con il trattamento.

Anche un'eccessiva assunzione di questo amminoacido può dare qualche problema: nausea e vomito sono i principali disturbi riscontrati nel tratto gastrointestinale, a cui si aggiunge anche una possibile irritabilità.

Fonti | Humanitas

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