Siccità, la Regione Lazio proclama lo stato di calamità. E il governo dovrebbe dichiarare l’emergenza entro fine mese

La Regione Lazio dichiarerà a partire da domani lo stato di calamità naturale a causa dell’emergenza siccità, per quanto a Roma non siano previsti al momento razionamenti. Emilia-Romagna e Piemonte si apprestano alla stessa decisione, mentre il governo dovrebbe varare lo stato d’emergenza entro fine mese. Servirà a organizzare con più semplicità il sostegno ai Comuni più colpiti dalla crisi idrica, così come agli agricoltori in difficoltà.
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Michele Mastandrea 21 Giugno 2022

Non solo il Nord, dove le immagini del Po in secca sono sulle prime pagine da giorni. E dove ieri si è toccato il minimo storico di portata, 175 metri cubi al secondo, a fronte di un valore ‘normale' di almeno 1.400 in questa stagione dell'anno. Anche il Centro Italia inizia a vivere una situazione preoccupante per quanto riguarda la siccità. Te ne avevamo già parlato ieri, descrivendoti lo stato del fiume Tevere. Ma la situazione è in continua evoluzione.

La Regione Lazio ha deciso infatti di dichiarare entro mercoledì lo stato di calamità naturale per l'emergenza siccità, definendo grave la situazione soprattutto nella province di Viterbo e Roma. "Nelle prossime ore scriverò intanto a tutti i sindaci del Lazio chiedendo loro di adottare dei provvedimenti preventivi con ordinanze comunali, che indichino e attuino forme di risparmio idrico in tutti i Comuni della nostra regione", ha spiegato il governatore regionale Nicola Zingaretti.

Nessun allarme immediato di razionamento della risorsa idrica, però, devi sapere, verrà preso per quanto riguarda la capitale. Almeno così ha dichiarato il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri, che ha comunque invitato la popolazione a un uso responsabile dell'acqua.

Il governo pronto a muoversi

A breve anche il Piemonte e l'Emilia-Romagna dovrebbero optare per la stessa scelta del Lazio. Il governo italiano sta invece ancora decidendo come muoversi. "Credo ci siano le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza", ha spiegato questa mattina il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Facile che entro fine mese arrivi un decreto in materia.

La decisione servirà a rendere più semplice e rapido finanziare l'invio delle autobotti nei comuni che dovranno procedere al razionamento, oltre che a permettere di ristorare le aziende agricole che soffriranno una grave perdita economica dai minori raccolti. L'Anbi, Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari, stima in almeno due miliardi di euro i danni per il settore agricolo.

Non verranno dunque presi nell'immediato provvedimenti di carattere strutturale, nonostante la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna abbia aperto la discussione su un "Piano Acqua" da realizzare in tandem con le Regioni nelle prossime settimane. Nessuna risposta dunque all'appello di associazioni come Coldiretti e Anbi, che hanno richiesto la costruzione di un nuovo sistema di invasi capaci di trattenere l'acqua piovana ben oltre l'attuale 11% del totale.

Lo stato d'emergenza sarà però utile sin da subito a risolvere conflitti relativi all'utilizzo dell'acqua, scegliendo dunque chi privilegiare tra i settori ad alto consumo idrico. Priorità verrà data agli usi civili, e solo dopo ai settori economici che rischiano così di subire in maniera veramente dura la peggiore crisi idrica degli ultimi 70 anni. Ti parlo di agricoltura e industria, settore quest'ultimo che comprende anche la produzione di energia idroelettrica, fondamentale nella transizione alle fonti rinnovabili che rischia anch'essa di subire contraccolpi da questa situazione.

In ogni caso, l'unica cosa che potrebbe cambiare lo scenario è l'arrivo improvviso di precipitazioni. Al momento, ipotesi non prevista da nessun centro metereologico. L'emergenza climatica rischia di essere appena iniziata, così come l'estate…