
Uva, funghi e castagne. L’autunno è decisamente tempo di raccolta. Ma se nel primo caso, raccogliere grappoli di uva durante la vendemmia non presenta rischi di alcun tipo (se non quello di produrre un vino cattivo), con i funghi e le castagne le cose si complicano parecchio.
Sui funghi occorrerebbe aprire un vero capitolo, tante varietà ne esistono e soprattutto simili tra loro; per le castagne ciò che è davvero importante è distinguere quelle “vere” da quelle “false", altrimenti conosciute come castagne matte.
La domanda quindi è: come riconoscerle? Selvatiche, false o matte sono quelle castagne che si trovano fin dal principio dell’autunno lungo i viali, i parchi e le strade della città. In realtà non sono castagne, ma semi degli ippocastani e, quello che più conta, non sono commestibili, per questo motivo è fondamentale riconoscerle.
Le castagne matte si presentano racchiuse in un riccio verde con piccole punte distanziate e corte; di norma il riccio racchiude un solo frutto che è particolarmente grosso, rotondo e molto lucido. Sono castagne dall'aspetto gradevole, ma non sono commestibili. Anzi, sono addirittura nocive.
Le castagne matte possono provocare una vera e propria intossicazione e dare origine a lesioni intestinali e renali. Contengono infatti saponine, ossia delle sostanze che irritano e causano vomito e diarrea, a seconda della quantità ingerita. In ogni caso non sono neppure buone da mangiare perché hanno un sapore amaro e anche l’acqua della bollitura tende ad emanare un cattivo odore.
Sulle castagne matte tuttavia esiste una credenza popolare che fa sorridere. Si dice che, per tenere lontani il raffreddore, prima di uscire di casa è utile mettersi nella tasca della giacca o del cappotto una castagna matta. Dal momento che nei parchi e nei viali alberati se ne trovano tante, perché non seguire questa credenza e mettersene in tasca una?
Altro discorso va fatto per le castagne, quelle vere, che sono molto buone da portare in tavola e possono anche vantare proprietà benefiche per la salute dell’organismo. Le castagne, infatti, non solo hanno un alto contenuto di amidi e un discreto contenuto di grassi e proteine, ma sono anche ricche di sali minerali (potassio, fosforo, zolfo, magnesio, calcio, ferro) e vitamine (C, B1, B2 e PP).
Queste castagne sono il frutto dell’albero del castagno e si trovano prevalentemente nei boschi a un’altitudine compresa tra i 300 e i 1200 metri. Si trovano raggruppate all’interno di un riccio ricco di aculei. Ad ogni riccio, infatti, possono corrispondere dalle due alle tre castagne, una più grande e le altre più piccole e schiacciate.