Strategia Nazionale per l’economia circolare, fino al 30 novembre è aperta la consultazione pubblica

Lo scorso 30 settembre il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato le linee programmatiche (elaborate con il supporto dell’Ispra e dell’Enea) per l’aggiornamento della Strategia nazionale per l’economia circolare, uno dei pilastri della transizione ecologica, avviando contestualmente una consultazione pubblica sui contenuti.
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Federico Turrisi 13 Ottobre 2021

Non solo cibo e musei. L'Italia è la prima della classe a livello europeo anche per quanto riguarda l'economia circolare. Ma non per questo è concesso adagiarsi sugli allori. Anzi. La domanda deve essere la seguente: come si consolida questo primato? Nella prospettiva di garantire la più ampia partecipazione alla definizione della nuova “Strategia nazionale per l’economia circolare”, il Ministero della Transizione Ecologica ha avviato lo scorso 30 settembre una consultazione pubblica sui contenuti programmatici del documento, elaborati con il supporto dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (Ispra) e il contributo dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea). La consultazione rimarrà aperta fino al 30 novembre.

La cornice generale in cui si andrà a inserire la nuova strategia è il contrasto alla crisi climatica. È diventata ormai chiara la necessità di ridurre le emissioni di gas serra per cercare di rimanere in linea con gli impegni presi con l'Accordo di Parigi del 2015 e raggiungere l'obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, come prevede il Green Deal europeo.

Considerando il rapido sviluppo tecnologico del settore, la Strategia Nazionale per l’economia circolare si pone quindi lo scopo di tracciare la rotta da seguire per far sì che l’Italia sia in grado di affrontare la grande sfida della transizione ecologica. In particolare, si intende definire i nuovi strumenti amministrativi e fiscali per:

  • potenziare il mercato delle materie prime seconde;
  • ampliare la responsabilità estesa del produttore e del consumatore;
  • diffondere pratiche di condivisione e di “prodotto come servizio”;
  • supportare il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica;
  • definire una roadmap di azioni e target misurabili di qui al 2040.

La nuova strategia interesserà anche le seguenti aree di intervento:

  • eco-progettazione ed innovazione di prodotto;
  • bioeconomia;
  • blue economy;
  • materie prime critiche.

E comprenderà le seguenti misure:

  • un nuovo sistema digitale di tracciabilità dei rifiuti che possa consentire, da un lato, lo sviluppo di un mercato delle materie prime seconde, dall’altro il controllo e la prevenzione di fenomeni di gestione illecita dei rifiuti;
  • lo sviluppo di sistemi di incentivazione fiscale per supportare l’utilizzo di materiali derivanti dalle filiere del riciclo;
  • una revisione del sistema di tassazione per rendere il riciclo più conveniente dello smaltimento in discarica;
  • la promozione del diritto al riuso e alla riparazione;
  • la riforma dei sistemi di EPR (Extended Producer Responsibility) e dei Consorzi per supportare il raggiungimento degli obiettivi comunitari;
  • il rafforzamento degli strumenti normativi esistenti (legislazione End of Waste, Criteri Ambientali Minimi) e l’applicazione di detti strumenti a settori strategici quali quello delle costruzioni, del tessile, delle plastiche, dei Raee;
  • il supporto allo sviluppo di progetti di simbiosi industriale, anche attraverso strumenti normativi e finanziari.

"Il successo della transizione ecologica – sottolinea una nota del Ministero – dipenderà da un lato dalla capacità della pubblica amministrazione, delle imprese e del no-profit di lavorare in sintonia di intenti secondo norme più semplici, spedite ed efficienti, e dall’altro da un generale aumento di consapevolezza e di partecipazione da parte dei cittadini (soprattutto dei più giovani, vero motore del cambiamento) anche attraverso un inedito sforzo di informazione, comunicazione e educazione nazionale verso la realizzazione di un pieno sviluppo sostenibile".

Fonte | Ministero della Transizione Ecologica