Trattato globale sulla plastica, conclusi i negoziati in Kenya: esiste un accordo?

La maggior parte degli Stati membri dell’Onu hanno concluso, a Nairobi in Kenya, i primi negoziati per trovare un accordo sul primo trattato contro la produzione da plastica. Ecco come è andata.
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Mattia Giangaspero 21 Novembre 2023

A Nairobi, in Kenya è andato in scena un vero e proprio scontro tra due fazioni: produrre meno plastica vs riciclarla di più. Immaginando letteralmente lo scontro e vedendolo da spettatore, il risultato può sembrare anche ovvio. Perché scontrarsi quando le due battaglie in questione si possono portare entrambe avanti? In questo caso però no, proviamo a spiegarlo meglio. Dal 13 al 19 novembre in Kenya si sono tenuti i negoziati internazionali dell'Onu, a cui hanno partecipato 175 Paesi e molte Ong come WWF o Greenpeace, per cercare di trovare una soluzione concreta al problema dell'inquinamento da plastica. In questo momento storico c'è l'esigenza di scrivere e validare un vero e proprio trattato internazionale sulla plastica, e per giunta sarebbe anche il primo.

Ora, più che un negoziato è sembrato uno scontro perché c'erano Paesi e rappresentanti di industrie che indicavano come soluzione un aumento del riciclo e non una riduzione della plastica. E c'erano altri Paesi e Ong che invece si sono battuti per ottenere una riduzione del 75% della produzione di plastica entro il 2040.

La questione però non riguarda solamente le Ong, ma tutti noi che necessitiamo di una legge la quale porti a dei miglioramenti sulla questione plastica in eccesso perché rispetto ai primi anni 2000 la produzione di plastica annua è già raddoppiata ed entro il 2060 rischia anche di triplicare. Vero anche che per quanto riguarda la filiera del riciclo bisogna fare dei passi in avanti. Secondo i dati forniti dall'Ocse solamente il 9% della plastica viene riciclata. Troppo poca.

Purtroppo dallo scontro è emerso un vero e proprio disaccordo sul tema, anche se qualcosa comunque si è riusciti a raggiungere stando alle dichiarazioni dei membri dell'Unep, Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.

"Siamo soddisfatti per i progressi “sostanziali” compiuti grazie alla presenza di quasi 2.000 delegati. Durante questa settimana di negoziati, le delegazioni hanno messo sul tavolo “più idee, colmando le lacune (…) ora abbiamo un documento, una bozza di testo, che comprende molte più idee“, ha dichiarato all’AFP Stewart Harris, portavoce del Consiglio internazionale delle associazioni chimiche, un importante gruppo di pressione che difende gli interessi dell’industria della plastica. “Penso che sia stata una settimana utile“, ha dichiarato.

Diverse Ong ambientaliste hanno invece accusato alcuni Paesi, in particolare Iran, Arabia Saudita e Russia, di “ostruzionismo“. “Non sorprende che alcuni Paesi stiano bloccando i progressi, ricorrendo a manovre ostruzionistiche e procedurali”, ha dichiarato all’AFP Carroll Muffett, direttore del Center for International Environmental Law (CIEL).

Eventualmente si dovesse pubblicare il primo trattato mondiale che punta a non produrre più un nuovo inquinamento da plastica, cosa conterrà?

Sempre l'Onu ha presentato ufficialmente per la prima volta, nel mese di settembre, la prima bozza del nuovo trattato sulla plastica. Bozza che contiene varie opzioni di attuazione dello stop alla plastica. E non si parte benissimo, anche perché una di queste opzioni riguarda il limite della produzione di plastica, ma senza che venga rispettato alcun obiettivo da parte dei governi.

Un'altra opzione invece riguarda l'azzeramento di tutti gli incentivi per la produzione della plastica, ma anche l'introduzione di nuove e salate tasse per i produttori.

Il progetto alla fine offre due opzioni per quanto riguarda l'obiettivo del trattato. Uno è quello di “proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento da plastica”. L’opzione più radicale è “porre fine all’inquinamento da plastica”.

Attualmente non si parla di soluzioni definitive, anche perché sono previsti ancora due negoziati che si terranno nel 2024, il primo in Canada, il secondo e ultimo in Corea del Sud. L’obiettivo finale è di arrivare all’adozione di un trattato entro il 2025. 

Fonte| Onu 

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