Di fronte al cambiamento del clima, due sono le cose da fare: ridurre subito e in maniera importante le emissioni inquinanti togliendo carburante alla sua espansione e, dall’altra parte, mettere in campo progetti di adattamento al mondo nuovo in cui, di fatto, stiamo già vivendo.
È proprio in questo senso che va letta la nuova norma proposta dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti per tutelare i milioni di lavoratori che ogni giorno rischiano la propria vita a causa del caldo eccessivo a cui sono sottoposto durante il proprio turno.
Sto parlando dei braccianti agricoli, degli addetti alle consegne e dei lavoratori dell’edilizia ma anche di giardinieri e di tutti gli altri che operano in magazzini, fabbriche e cucine e passano ore a temperature elevatissime.
Per proteggere questa foltissima fascia di popolazione stimata in circa 36 milioni di lavoratori statunitensi, il governo sta pensando di spingere i datori di lavoro a sviluppare piani di prevenzione di infortuni e malattie per controllare i rischi dovuti al calore nei luoghi di lavoro e fornire rimedi efficaci come un miglior accesso all’acqua potabile, più pause di riposo in spazi protetti dal sole e strategie per proteggere i lavoratori nuovi o di ritorno non abituati a lavorare in condizioni di calore elevato.
I datori di lavoro, in parallelo, sarebbero anche tenuti a identificare i rischi dovuti all’eccessivo caldo e a sviluppare piani di risposta alle emergenze correlati ai malesseri provocati dalle temperature roventi oltreché fornire formazione ai dipendenti e ai supervisori su come riconoscere segni e sintomi di questi malesseri.
La norma – che rientra tra i cinque passaggi che la l’amministrazione democratica di Biden sta adottando contro le condizioni meteorologiche estreme – mira insomma a frenare quelle stime che parlano di 2.300 morti negli Stati Uniti per malattie legate al calore solo nel 2023.
Azioni simili si attendono, ovviamente, anche in Italia. A livello governativo è ripartito il confronto tra le associazioni datoriali e le rappresentanze sindacali con il ministero del Lavoro per riflettere sulle misure da adottare per far fronte all emergenze climatiche nei luoghi di lavoro.
Nel frattempo però qualche regioni si muove in autonomia, come il Trentino il cui Comitato provinciale di coordinamento per la salute e la sicurezza sul lavoro.ha appena elaborato un documento contenente consigli, precauzioni e comportamenti corretti in grado di tutelare i lavoratori dai rischi connessi al grande caldo durante l’orario di lavoro.
Le principali misure prevedono di:
Fonti | Occupational Safety and Health Administration degli Stati Uniti; Provincia autonoma di Trento