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Un incendio zombie continua a bruciare in Francia da mesi: perché non si riesce a spegnerlo

Nella regione francese di Bordeaux la scorsa estate è divampato un incendio che è stato definito mostruoso e che a oggi ancora non è spento del tutto a causa della siccità.
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Roberto Russo 3 Marzo 2023

Immagina un incendio che dura da mesi e mesi e, pur diminuendo, continua a bruciare. Purtroppo non è un episodio dei Simpson con la discarica dei pneumatici sempre in fiamme, ma la triste realtà della famosa regione vinicola di Bordeaux, in Francia.

La scorsa estate, infatti, nel sito di un'ex miniera di lignite, inattiva da decenni ma in cui è rimasto molto minerale altamente combustibile, è scoppiato un incendio che a oggi non è ancora spento. Certo, ora non ci sono fiamme alte: si parla, infatti, di “incendio zombie” che brucia nel sottosuolo anche se nei pressi della miniera l'incendio è visibile sotto forma di pennacchi di fumo. Succede anche che in qualche punto ogni tanto riemerge con fiamme che richiedono l'intervento delle squadre di emergenza.

Se quello di oggi è “zombie” l'originale è stato definito “incendio mostruoso” e ha portato con sé una grande devastazione per il sud-ovest della Francia.

La siccità in Francia (e non solo)

Si sperava che con l'inverno si sarebbe avuto un momento di respiro, ma le cose non sono andate così. Solo alla fine di febbraio c'è stata un po' di pioggia che ha posto fine a 32 giorni consecutivi senza precipitazioni significative in Francia, il periodo più lungo da quando sono iniziate le registrazioni negli anni '50, secondo l'ufficio meteorologico pubblico.

La siccità del Paese, tuttavia, continua a colpire Bordeaux, storicamente tra le zone più piovose della Francia, in modo particolare. E i resti dell'enorme incendio della scorsa estate, che ha squarciato la foresta e costretto decine di migliaia di persone a evacuare, stanno ancora bruciando.

Da zona paludosa a luogo desolato

A questo enorme incendio se ne aggiungono altri. Va detto che i piccoli incendi di fine inverno o inizio primavera non sono una novità nella regione. Ma gli incendi invernali di quest'anno hanno sorpreso i funzionari per la loro insolita intensità. I forti venti e il terreno secco hanno trasformato piccoli incendi in fiamme che si sono diffuse rapidamente in pochi minuti.

Come ben sappiamo, questo è stato un inverno preoccupante in gran parte dell'Europa dal punto di vista del cambiamento climatico. Il clima insolitamente caldo e l'assenza di neve a dicembre e all'inizio di gennaio hanno costretto alla chiusura temporanea delle piste da sci sulle Alpi. Poi è arrivato il periodo di siccità che ha colpito tutta la Francia, oltre a parti dell'Italia e della Spagna.

Nella regione francese della Gironda, dove si trova Bordeaux, molti corsi d'acqua sono in secca proprio quando i terreni sabbiosi dovrebbero assorbire l'acqua. Storicamente, questa era una regione paludosa. Il terreno era così acquoso che i pastori gestivano le loro greggi camminando su trampoli. Negli ultimi cinque anni, gli incendi hanno bruciato più di 150.000 ettari in Francia (una superficie quattro volte superiore a quella dei cinque anni precedenti, secondo le statistiche dell'Unione Europea) e i modelli di cambiamento climatico prevedono che gli incendi diventeranno più frequenti, anche in inverno.

Oltre al cambiamento climatico, bisogna riconoscere che all'orizzonte del vasto incendio sono riscontrabili anche interventi umane. La pineta, infatti, risale al XIX secolo quando il governo francese decise di drenare il terreno e di piantare pini, per prevenire l'erosione e a creare posti di lavoro nell'industria del legno e della resina. Se da un lato la foresta si è rivelata utile anche per la viticoltura, proteggendo i vigneti dai rigidi venti dell'oceano dall'altro queste alterazioni umane hanno reso molto più infiammabile quello che una volta era un paesaggio abbastanza resistente agli incendi. E i cambiamenti climatici stanno ulteriormente aumentando il rischio.

In apertura: foto di repertorio di un incendio in pineta