Un progetto petrolifero sta mettendo in pericolo la vita di 130mila elefanti

La compagnia canadese ReconAfrica vuole costruire un giacimento di 35mila chilometri quadrati tra Botswana e Namibia, rischiando di devastare l’area naturale e la vita di esseri umani ed elefanti.
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Gianluca Cedolin 22 Giugno 2021

Sappiamo tutti benissimo che, per invertire la tendenza della crisi climatica e provare a garantirci un futuro, bisogna tagliare immediatamente i combustibili fossili, favorendo la transizione verso le energie rinnovabili e smettendo di investire nell'estrazione di petrolio, carbone, gas. Per questo, il nuovo progetto dell'azienda canadese ReconAfrica di costruire un  gigantesco giacimento petrolifero tra Namibia e Botswana rischia di diventare un disastro ecologico. Per le persone del luogo, a causa delle emissioni, della contaminazione di acqua e suolo e dell'impatto delle costruzioni, ma anche, se non soprattutto, per gli elefanti.

Circa 130mila elefanti africani abitano infatti nell'area in cui ReconAfrica vuole costruire il giacimento, quasi 35mila chilometri quadrati nel bacino del fiume Okavango. Si tratta di circa un terzo di tutti gli elefanti esistenti in Africa, che sono oggi 450mila: in passato erano diversi milioni, ma il bracconaggio e la crisi climatica li hanno resi una specie a rischio estinzione. Questo progetto rischia di infliggere loro un altro colpo durissimo: come scrive Il Corriere della Sera, residenti e ambientalisti temono che possa esaurire le risorse idriche e causare un disordine ecologico nell'area naturalistica della Botswana, famosa nel mondo per le sue fragili bellezze. Le circa 200mila persone che vivono nell'area, per altro, tra cui popolazioni indigene che vivono di agricoltura e pesca, sono state consultate pochissimo in merito alla costruzione del giacimento.

L'opera, nelle stime della compagnia, vale 60-120 miliardi di barili di petrolio, e quindi miliardi di dollari anche per l'economia regionale, ma non considera che i danni ambientali sono danni anche economici. «Mi sembra incomprensibile che la caccia di ReconAfrica ai combustibili fossili stia andando avanti», ha detto al Guardian Rosemary Alles, della Global march for Rhinos and Elephant. «Tutti gli elementi di questo processo, dalla costruzione di nuove strade ai siti di estrazione, fino alle raffinerie, devasteranno l'ecosistema e i gruppi locali», le ha fatto eco, sempre sul quotidiano inglese, Nnimmo Bassey, direttore dell'Health of mother earth foundation. Le vibrazioni, secondo Bassey, disturberanno gli elefanti, e le nuove costruzioni toglieranno loro ambiente naturale, spingendoli a spostarsi vicino a villaggi e aree agricole, rischiando di fomentare conflitti tra elefante e uomo.