Una campagna animalista usa l’intelligenza artificiale per mostrare come sarebbero gli animali da anziani

Un’azienda cilena ha creato attraverso l’intelligenza artificiale alcune immagini che mostrano animali d’allevamento, come mucche, maiali o polli, anziani. L’obiettivo è sensibilizzare sulle crudeltà “contro natura” degli allevamenti intensivi, dove gli animali sono costretti a morire da giovani o giovanissimi per rispondere alle esigenze dell’industria alimentare.
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Maria Teresa Gasbarrone 7 Maggio 2023

"Hai mai visto una mucca vecchia? Un maiale, una pecora o un pollo vecchi? Probabilmente no". Non sono semplici domande retoriche, ma l'inizio provocatorio di una campagna di sensibilizzazione realizzata da NotCo, azienda cilena di prodotti a base vegetale alternativi a quelli di origine animale, attraverso l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.

L'obiettivo? Come già accaduto ad esempio per la crisi climatica, l'azienda si è servita dell'intelligenza artificiale per sensibilizzare sul lato oscuro degli allevamenti.

Siamo così abituati a vedere gli animali d'allevamento giovani che crediamo che quella sia la loro immagine da "adulti". Ma non è così: gli animali d'allevamento – come bovini, maiali e galline – potrebbero infatti vivere molto a lungo, perfino decenni. Negli allevamenti intensivi invece vivono al più qualche mese, uccisi da giovanissimi per diventare carne. Ma le cose non vanno meglio nemmeno nell'industria dei derivati come latte o uova.

La campagna contro gli allevamenti

Una mucca di 48 anni con il pelo imbiancato. Un gallo anziano, anche lui con le piume ormai bianche. Sono alcune delle immagini che l'azienda ha creato servendosi di un software di intelligenza artificiale del tipo Midjourney, in grado di creare contenuti visivi basandosi unicamente su query testuali, dette “prompt”.

In realtà si tratta di un argomento utilizzato dalle associazioni animaliste già da tempo. Ad esempio nel 2015 l'associazione inglese Viva! aveva diffuso un articolo provocatorio proprio su questo tema. Il titolo parla da solo: "Are you a baby eater?", ovvero "Tu mangi bambini?".

L'articolo riportava poi l'aspettativa vita media di ogni animale d'allevamento confrontata con quella reale che potrebbero questi animali potrebbero raggiungere al di fuori dei recinti delle aziende zootecniche. Per fare qualche esempio, i maiali da carne vivono circa sei mesi, invece potrebbero arrivare a 15 anni, così come i poli non vivono più di sei settimane, quando invece potrebbero anche superare gli otto anni di vita.

Il ricorso all'intelligenza artificiale

Il ricorso all'intelligenza artificiale è già in sé simbolo di questa "anomalia" creata dall'industri alimentare. Non ci sono molte foto di mucche, polli, capre o maiali anziani. Perché? Semplicemente perché il destino degli animali destinati all'industri alimentare è quasi sempre la morte in giovanissima età.

"Nell'industria alimentare – si legge sull'account Instagram di NotCo – questi animali di solito vivono solo mesi o addirittura giorni, mentre in natura vivono decenni. Quindi abbiamo dovuto usare l'intelligenza artificiale per creare queste immagini, proprio come facciamo con il nostro cibo".

Difatti l'azienda cilena propone alternative a base vegetale alla carne e ai derivati di origine animale sfruttando proprio l'intelligenza artificiale "per analizzare – spiegano gli autori della campagna – la struttura molecolare degli alimenti di origine animale e replicarne il sapore, la consistenza e la nutrizione con le piante".